La proposta del Senatore Cristiano De Eccher. Non è un pesce d’aprile
C’è un rigurgito fascista? Così sembrerebbe a leggere il disegno di legge costituzionale presentato in questi giorni in Senato da Cristiano De Eccher del Pdl, secondo cui sarebbe giunta (finalmente?) l’ora di eliminare quell’obsoleta norma costituzionale che vieta la ricostituzione del partito fascista. Quando si dice il governo del fare, eh?
WHO ARE YOU? – Ma chi è questo prode paladino della logica che si batte solo in nome del fatto che una cosa o è “transitoria” o è “definitiva”? Intensa attività politica dentro Avanguardia Nazionale, “un’organizzazione politica della destra estremista ed eversiva italiana, fondata nel 1960 da Stefano Delle Chiaie e disciolta, legalmente, nel 1976″, di cui è stato responsabile per il Triveneto. Ruolo di coprotagonista (mai condannato) nell’inchiesta sulla bomba di Piazza Fontana a Milano, che il 12 dicembre 1969 provocò la morte di 17 persone (e il volo da un davanzale della questura di un innocente, Pino Pinelli): ecco chi è Cristiano De Eccher.
Il nome di De Eccher entra in gioco nel 1973, quando i carabinieri gli perquisiscono la casa. Il ragazzone promette bene: alto, biondo, nibelungo, diretto discendente di una nobile famiglia del Sacro Romano Impero, e proprietaria del magnifico castello di Calavino dalle parti di Trento. Ma soprattutto: amicone di Franco Freda, condannato ad anni 15 di reclusione per associazione sovversiva. Le forze dell’ordine trovano il solito florilegio di libercoli, volantini, manifesti e opuscoli; ma anche 78 pile elettriche. Le pile all’epoca facevano parte dell’armamentario del perfetto stragista: servivano a confezionare esplosivi. Gli chiedono che se ne fa, e lui rispon
de: “mi servono per i miei hobby”. La madre, alla stessa domanda, replica invece che li usano per far giocare i figli di un amico di famiglia, il colonnello Santoro, ufficiale dei carabinieri e superiore di chi sta effettuando la perquisizione. Uno strano riferimento, e ancora più strano è che un documento del Sid (l’allora servizio segreto) che racconta della perquisizione e del particolare delle pile viene inviato in lettura al famigerato generale Gianadelio Maletti. La perquisizione rimane senza esito, ma negli anni Novanta il giudice Guido Salvini, ritrovando l’appunto del Sid, ricostruisce la storia. Partendo dal presupposto che, secondo alcune fonti “nere”, De Eccher è il custode del timer della bomba di piazza Fontana. Secondo Salvini, la spiegazione della madre per le pile è un messaggio cifrato: Santoro di figlio ne ha uno solo, ma è famoso per aver depistato le indagini sulla strage di Peteano; e secondo Azzi è anche il “fornitore del tritolo ufficiale” dei neofascisti, in associazione con “Stefano Delle Chiaie, Paolo Signorelli, Mario Merlino, Franco Freda e Giovanni Ventura”. Insomma, la genitrice del nostro con quella frase forse voleva mandare un messaggio cifrato, dicendogli più o meno che il figlio era “coperto” dai più alti gradi, e che quindi non ci mettessero troppo zelo nell’indagare su di lui, tanto era inutile. In effetti, emerge che la cellula trentina era in effetti sotto l’ala protettiva del centro Cs di Verona. […]C’è un’altra circostanza interessante del curriculum di Eccher: secondo un rapporto del Sid lui, insieme ai fratelli Cecchin, ha organizzato “un addestramento alla guerriglia sulle pendici della Maranza”, con 50 chili di tritolo, detonatori e quattro moschetti, mentre secondo Vincenzo Vinciguerra Eccher diede l’ordine di fermare un attentato dimostrativo sulla linea ferroviaria Trento-Verona.