A 10 giorni dalle politiche, il Pd altoatesino si spacca: 14 esponenti, espressione della minoranza che fa riferimento al presidente del consiglio provinciale Roberto Bizzo hanno annunciato la loro uscita dal Partito democratico. Tra i dissidenti l’assessora bolzanina Monica Franch, l’assessore del comune di Ora Luigi Tava, l’attuale consigliere comunale Mauro Randi e Miriam Canestrini, membro della segreteria provinciale.
A sancire la rottura è stata la «candidatura imposta dall’alto» di Gianclaudio Bressa e Maria Elena Boschi nel collegio Bolzano-Bassa Atesina. «Lascio il partito – ha dichiarato Randi – per coerenza. Nonostante l’impegno del segretario provinciale Alessandro Huber ci siamo trovati due candidature paracadutate. E’ una questione di metodo. Sono venuti meno i principi del confronto e del cambiamento per i quali all’epoca ho aderito al Pd». La minoranza ormai ex Pd ha contestato inoltre l’esclusione della deputata uscente Luisa Gnecchi nella macchina decisionale.
Miriam Canestrini , una dei fuoriusciti di Bolzano, ha spiegato in un lungo post i motivi del suo abbandono:
Le decisioni sempre prese altrove, anche ai tavoli delle trattative a cui hanno voluto farmi prendere parte, mi hanno fatto comprendere dal suo insediamento di essere semplicemente un pezzo di arredamento insieme al Segretario e mi ha fatto passare l’entusiasmo e la voglia di lottare per un qualcosa che non mi rappresenta più né moralmente che eticamente in questo Partito. Ho provato a dire molto, sempre ignorata in un luogo costituito per prendere atto di decisioni e non per decidere.
“Solo due di loro devono 40 mila euro al partito e ora scappano?”, riferisce invece all’Huffpost Alessandro Huber, segretario Dem a Bolzano parlando di contributi non versati al Pd da parte di chi in nome del Pd ha incarichi pubblici. “”Questa è gente che ha perso il congresso – dichiara alla testata Huber – Io sono stato eletto segretario a novembre e ho ereditato un disastro dal punto di vista dei conti del partito: abbiamo due dipendenti in cassa integrazione e una grave situazione di insolvenze. Solo Bizzo e Franch devono al partito 40mila euro. Il primo 32 mila, la seconda la parte restante. Versare contributi al partito è regola garantita da un patto tra gentiluomini: ma qui i gentiluomini scappano e il buco resta. Il mio dubbio è che abbiano trovato il pretesto Boschi-Bressa per scappare e non pagare. E sono preoccupato: come faccio a recuperare questi crediti? La loro è una vera e propria infamata a pochi giorni dalle elezioni”
(Foto ANSA/ALESSANDRO DI MEO)