Il Partito Socialista Italiano, da Turati a strumento di Renzi per fare il gruppo al Senato

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Si ripete lo schema Tabacci-Bonino

Oggi possiamo affermare definitivamente che la storica attività del Partito Socialista Italiano si è conclusa con un gesto che sa molto di atto estremo e definitivo. Il simbolo di Insieme – PSI, lista in coalizione con il Partito Democratico alle ultime elezioni politiche, è stato messo a disposizione di Matteo Renzi per permettergli di formare il gruppo autonomo di Italia Viva al Senato. Una tradizione che affonda le sue radici nel 1895, in seguito alla fondazione del partito da parte di Filippo Turati, si conclude così con un semplice ruolo di servizio.



Partito Socialista in soccorso a Renzi: grazie al simbolo, farà il gruppo di Italia Viva al Senato

Un aiuto e un supporto a Matteo Renzi che, personalmente, proviene da un percorso differente rispetto alla lunga linea di successione del PSI. Il senatore di Rignano non ha mai rinnegato le sue origini democristiane, ma ora approfitta del vecchio simbolo del garofano per ritagliarsi il proprio spazio di autonomia a Palazzo Madama. Uno spazio di autonomia che, al momento, conta 15 senatori e che rischia di essere molto più ampio rispetto al valore reale del nuovo soggetto politico, accreditato – al momento – di percentuali inferiori al 4%.

Ma perché Matteo Renzi ha avuto bisogno dei socialisti di Riccardo Nencini per formare il gruppo autonomo al Senato? La motivazione risiede all’interno del regolamento di Palazzo Madama. I numeri minimi per la formazione di un gruppo di senatori è di 10 unità. Al momento, il gruppo di Matteo Renzi è composto da 15 senatori. Tuttavia, la creazione di un gruppo autonomo è subordinata alla partecipazione alle elezioni politiche con il proprio simbolo. Matteo Renzi ha pianificato la scissione soltanto qualche giorno fa: ecco allora arrivare la stampella del Partito Socialista Italiano, uno dei pochi movimenti rappresentati in parlamento che poteva permettere un’operazione del genere a Matteo Renzi.



Lo schema del Partito Socialista e i simboli piegati al soccorso delle persone

L’operazione ricorda vagamente quella messa a segno da Bruno Tabacci e dal suo Centro Democratico, che intervennero in soccorso di +Europa, il partito di Emma Bonino che rischiava – a causa del regolamento sulla raccolta delle firme per la partecipazione alle elezioni – di non poter far parte della competizione elettorale. Soltanto il ‘prestito’ del simbolo da parte dell’esponente centrista – e l’inserimento conseguente nelle liste – ha permesso a +Europa di ottenere un posto alle elezioni del 4 marzo 2018 e una rappresentanza parlamentare.

Storia di partiti al servizio di persone. Certo, l’effetto è amplificato se a fare queste operazioni sono simboli storici come quello del Partito Socialista Italiano. Riccardo Nencini prova a rassicurare tutti affermando che «il Psi manterrà la sua autonomia politica e identità». Ma, di fatto, il nome del gruppo è inequivocabile: Partito Socialista-Italia Viva. Con buona pace di Turati, di Nenni e di Pertini.