Paola Taverna e la Novamont che finanzierà la campagna elettorale del PD con i 2 centesimi a sacchetto

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L'esponente del Movimento 5 Stelle torna all'attacco sulle buste biodegradabili

In effetti, mancava la voce di Paola Taverna sulla questione dei sacchetti biodegradabili. L’esponente del Movimento 5 Stelle, su Facebook, in un post molto critico, intravede il legame tra la Novamont, una delle aziende leader in Italia nella produzione di sacchetti biodegradabili, e la prossima campagna elettorale del Partito Democratico. Anche lei, dunque, cade nel tranello di assecondare una voce – circolata insistentemente nei giorni scorsi sui social network e su alcuni media – che vorrebbe l’«amica» di Matteo Renzi Catia Bastioli (ad di Novamont) diretta responsabile della legge che impone un costo per i sacchetti biodegradabili per frutta e verdura.



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PAOLA TAVERNA, IL POST SULLA NOVAMONT

Un colpo niente male. La Taverna, su Facebook, ha scritto: «CHI PAGHERÀ LA CAMPAGNA ELETTORALE DEL PD? La Novamont, azienda leader nella produzione di materiale per i sacchetti bio, deterrebbe l’80% del mercato. Con un consumo di 20 miliardi di sacchetti l’anno, al costo di 2centesimi l’uno, si prevede un business da 400milioni di euro l’anno. Il bello è che il 15 novembre Renzi con il suo trenino è andato proprio alla Novamont e dopo aver incontrato i dirigenti a porte chiuse, appena uscito ai giornalisti ha detto: “Dovremo fare ulteriori sforzi per valorizzare questa eccellenza italiana”. Detto Fatto. A voi i commenti!».



PAOLA TAVERNA, I SACCHETTI SONO UN’OCCASIONE TROPPO GROSSA PER NON FARE CAMPAGNA ELETTORALE

La Taverna asseconda i già insistenti istinti populisti che stanno diffondendo false informazioni sulla legge sui sacchetti biodegradabili. Come già spiegato in più occasioni, la Novamont non è affatto l’unica «beneficiaria» di questa legge, dal momento che ha almeno altri nove competitor che operano su scala internazionale in questo settore e che in Italia le aziende che producono sacchetti biodegradabili sono circa 150, con 4mila dipendenti e 350 milioni di fatturato complessivo.

Numeri, in ogni caso, molto distanti rispetto a quelli che la Taverna attribuisce alla sola Novamont. Tuttavia, un argomento del genere – che tocca da vicino la «pancia» dei cittadini – era troppo ghiotto per non essere sfruttato in piena campagna elettorale.