La diplomazia ha fatto il suo corso nello storico vertice tra i presidenti delle due Coree Kim Jong-un e Moon Jae-in. La località di Panmunjon, confine al 38° parallelo, ha sancito la reale volontà di pace che scorre sulla via da Pyongyang a Seoul.
Il dittatore del Nord ha promesso un maggiore impegno sulla via della denuclerizzazione, mentre il presidente del Sud ha dichiarato che “gli occhi e le orecchie del mondo intero sono rivolte a Panmunjom e sento che il peso sulle nostre spalle è grande“.
Il tutto è stato accompagnato da storiche strette di mano, messaggi scritti sul libro della pace e dichiarazioni congiunte che vanno verso un disgelo dello stato di guerra che va avanti da più di 50 anni.
Quali sono i possibili scenare futuri di un’intesa così rapida e perfino inaspettata? Lo spiega il Guardian:
Dopo una partenza a tratti rocciosa e a volte spietata, Kim sembra aver consolidato la sua autorità. Potrebbe ora avere spazio per negoziare. Moon, che ha parte della famiglia nel Nord, potrebbe essere più aperto a un cambiamento della situazione rispetto ad alcuni dei suoi predecessori. Nel portare quel passo nel Sud, diventando il primo leader nordcoreano a farlo, Kim ha infranto un tabù sul riconoscere la divisione del paese che finora ha ostacolato le mosse per concludere un trattato di pace formale. La mancanza di un tale trattato è una ragione per cui la penisola coreana è rimasta grande fonte di tensione. Nell’arco di pochi mesi, Kim sembra aver accettato quasi tutte le concessioni richieste per avere un incontro con Donald Trump. La denuclearizzazione sarà sul tavolo; i test missilistici sono stati sospesi, forse interrotti. Non ci sarà alcuna richiesta per terminare la presenza militare americana nel Sud.