La grande operazione contro la ‘ndrangheta rischiava di saltare «perché qualcuno aveva anticipato gli arresti»

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Le parole di Nicola Gratteri

Alla fine, è andato tutto bene. L’operazione anti-ndrangheta, quella che ha portato all’arresto di 334 persone e che è stata condotta dal procuratore Nicola Gratteri, rischiava di trasformarsi in una grande bolla di sapone. Addirittura, 24 ore prima che i circa 3000 carabinieri su tutto il territorio nazionale si mobilitassero.



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Operazione anti-ndrangheta, il rischio che saltasse tutto

Non sono indiscrezioni o voci di corridoio. È la viva voce di Gratteri a comunicare questo aspetto decisamente preoccupante per la tenuta democratica del nostro Stato. L’operazione, com’è noto, ha coinvolto vertici della ‘ndrangheta che avevano delle sponde nei principali apparati della pubblica amministrazione: dall’ex parlamentare di Forza Italia Giancarlo Pittelli, passando per il comandante provinciale dei carabinieri di Teramo.



Per questo motivo, quando è stata trasmessa al gip la richiesta di misure cautelari, atto necessario prima di effettuare una qualsiasi operazione di questo tipo, sono iniziati i problemi. Addirittura, i carabinieri avevano avuto una sorta di avvisaglia di una situazione del genere qualche ora prima del blitz, quando i carabinieri hanno intercettato su un treno da Reggio Calabria a Milano tre persone destinatarie della misura cautelare.

Operazione anti-ndrangheta: cosa era successo

«Questa operazione era prevista per domani – ha detto Gratteri – ma abbiamo anticipato il blitz di 24 ore perché ci siamo resi conto che molti degli indagati già sapevano degli arresti». Quindi, qualcuno – anche all’interno delle forze dell’ordine o degli apparati giudiziari – può avere in qualche modo anticipato la notizia degli arresti, tanto da preparare i destinatari del blitz.



In tanti, secondo Gratteri, erano pronti all’arresto. Un atteggiamento piuttosto strano, spiegabile soltanto con l’ipotesi avanzata dal procuratore capo: «La cosa che più mi ha impressionato in questa indagine – ha detto – è stato il livello di permeabilità alla ‘ndrangheta dimostrato da politica e istituzioni».

FOTO: ANSA/CARABINIERI EDITORIAL USE ONLY NO SALES