La Open Arms dice che l’Italia non rispetta le sentenze dei tribunali

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Oscar Camps ha twittato: «Situazione disperata a bordo»

Il Tar del Lazio aveva annullato il divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane, il tribunale dei minori di Palermo aveva parlato di possibile situazione assimilabile a un respingimento e, quindi, illegale. Adesso la Open Arms, che continua a veleggiare a poche centinaia di metri da Lampedusa, lancia l’ennesimo messaggio disperato.



Open Arms ha chiesto di sbarcare subito

Il fondatore della ong, Oscar Camps, punta il dito contro l’Italia, rea di non rispettare – a suo modo di vedere – le sentenze dei tribunali. La nota congiunta di Open Arms e di Emergency, invece, punta a mettere in luce la situazione disperata che si sta vivendo sulla nave, dove sono presenti ancora 134 migranti, dopo 15 giorni dal loro naufragio in mare.

«Da 15 giorni la nave Open Arms è in mare con 134 persone a bordo. La situazione sulla nave è drammatica – si legge nella nota -: da 15 giorni, donne, uomini e bambini vivono costretti in spazi ristretti nella paura e nell’incertezza di quello che succederà. Sono persone che hanno vissuto l’orrore dei campi di detenzione in Libia: torture, stupri, lavori forzati. Hanno già sopportato enormi sofferenze, non possiamo aggiungerne altre».



Le condizioni psicofisiche nei naufraghi di Open Arms sono preoccupanti

Per questo motivo, entrambe le organizzazioni hanno chiesto uno sbarco immediato per la nave dell’ong. In queste condizioni, con i migranti che si sono già lasciati andare a gesti di autolesionismo e con le condizioni psicofisiche delle persone che stanno continuando a peggiorare (in queste ultime ore sono stati fatti sbarcare alcuni migranti in stato di salute precario), sarà molto difficile andare avanti per altro tempo su questa stessa linea.

Il medico Cisom, incaricato di valutare le condizioni dei migranti a bordo, ha firmato intanto una durissima relazione: «La situazione generale vede condizioni igienico-sanitarie pessime – si legge nel documento -: spazi non idonei a ospitare un così ingente numero di persone. I naufraghi vivono ammassati gli uni sugli altri, non c’è possibilità di deambulare, sono presenti solo due bagni chimici e spesso i naufraghi sono costretti a espletare i loro bisogni fisiologici nello stesso spazio in cui dormono e mangiano».

La stessa autorità sanitaria, inoltre, ha affermato che i 13 naufraghi fatti sbarcare – meno uno che aveva un’otite – stavano bene e che, per questo motivo, sono stati immediatamente trasferiti nell’hotspot di Lampedusa.

(FOTO ANSA)