Archiviata l’inchiesta su Open Arms, nessun legame tra la Ong e gli scafisti

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Dopo un anno di indagini non sono state trovate prove per l'accusa di associazione per delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina

Non ci sono prove che sostengano le accuse di associazione per delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina mosse contro la Ong spagnola Open Arms: dopo un anno di indagini la procura di Catania ha archiviato l’indagine che era stata aperta dal pubblico ministero Carmelo Zuccaro.



Archiviata l’inchiesta su Open Arms, nessun legame tra la Ong e gli scafisti

Al centro dell’inchiesta l’episodio dello sbarco di 218 migrati nel porto di Pozzallo. In quell’occasione il pm Carmelo Zuccaro aveva fatto partire un’indagine per apportare se ci fossero legami tra la Ong Open Arms e gli scafisti libici. La nave, tra le più attive nelle operazioni di soccorso nel Mediterraneo, era accusata di aver deliberatamente ignorato le norme vigenti rifiutandosi di consegnare i naufraghi alle autorità libiche dirigendosi quindi verso l’Italia. La nave aveva effettivamente rifiutato, difendendo la scelta in nome della necessità di salvare le vite umane: erano già noti infatti gli abusi a cui sono sottoposti i migranti in Libia. Una volta giunta a Pozzallo, la nave era stata posta sotto sequestro poi annullato. Il pm Carmelo Zuccaro aveva quindi mosso le accuse di associazione per delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina contro la Ong spagnola, in particolare nei confronti del comandante Marc Creus e la capo missione Ana Isabel Montes.

«Restano solo le accuse di violenza privata, ma contiamo sulla loro archiviazione»

A distanza di un anno non sono state trovate prove che potessero sostenere tale accusa, e, come ha confermato l’avvocato Alessandro Gamberini del collegio di difesa, il gip ha quindi disposto l’archiviazione. Archiviazione che era stata richiesta proprio da Carmelo Zuccaro, che aveva aperto il fascicolo dopo lo sbarco avvenuto il 17 marzo 2018. «Ora restano in piedi solo le accuse di violenza privata da parte della procura di Ragusa – ha precisato poi l’avvocato Gamberini – che però ci paiono piuttosto fantasiose. Il reato consisterebbe nell’aver costretto le autorità italiane a indicare un porto di sbarco; contiamo in una archiviazione anche in quella sede».



(Credits immagine di copertina: © Paco Freire/SOPA Images via ZUMA Wire)