Open Arms continua a salvare vite in mare, ora sono 123 a bordo

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L'appello del fondatore della Ong Oscar Camps: «Dateci un porto sicuro per farle sbarcare»

Dopo aver salvato 52 migranti al largo della Libia nella giornata di ieri, la nave Open Arms della Ong Proactiva ha soccorso nella notte altre 68 persone «con segni evidenti delle torture subite in Libia. Due bimbi, due donne in stato di gravidanza, una di 9 mesi con contrazioni» come riporta l’Ong su Twitter.



Open Arms continua a salvare vite in mare, ora sono 123 a bordo

Dopo i due soccorsi, a bordo della Open Arms ci sono 123 persone. L’aumento delle persone rende ancora più urgente l’appello lanciato già ieri dal fondatore della Ong, Oscar Camps: «Abbiamo bisogno di un porto sicuro per farle sbarcare».

Non solo Open Arms in attesa, anche la Alan Kurdi, nave della Ong tedesca Sea Eye, sta  aspettando da mercoledì a poche miglia da Lampedusa una risposta. La Germania aveva infatti messo nell’angolo l’Italia accettando di prendere 30 dei migranti sbarcati dalla Gregoretti solo se la Alan Kurdi avesse potuto attraccare e far sbarcare in Italia i 40 soccorsi. Uno scambio che Matteo Salvini ha definito come un «ricatto» da parte dei paesi europei.



Mentre Open Arms e Alan Kurdi restano bloccate in attesa di un porto sicuro, la Procura di Agrigento ha stabilito il dissequestro della nave Mare Jonio di Mediterranea, che potrà quindi ora tornare in acqua per salvare vite. L’imbarcazione era stata sequestrata dalla Guardia di Finanza dopo uno sbarco a Lampedusa, ma i pm ritengono cessate le esigenze probatorie, e sostengono non ci siano gli estremi per un sequestro preventivo.

(credits immagine di copertina: Twitter Oscar Camps)