Della Marcia della Liberazione Roma ci rimangono tanti video e immagini, la questione del fermo nei confronti del no mask che si è rifiutato di fornire le generalità per essere multato e gli insulti alle forze dell’ordine e ai giornalisti. Tutti «servi dello stato» per le decine di persone presenti che manifestavano contro la cosiddetta dittatura sanitaria. È stato chiesto, in qualità di forze dell’ordine e di giornalisti, di «schierarci con il popolo, di tornare dalla parte giusta». Chiunque fosse lì a testimoniare quanto stava accadendo, dalla polizia ai cronisti, ha provato una grande amarezza. Questi ultimi si sono ritrovati bersaglio diretto della violenza verbale – e non solo – frutto di ragionamenti privi di fondamento logico.
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Senza scendere nel merito di chi è stato minacciato di morte perché presente con microfoni e telecamere in qualità di giornalista – c’è stato Saverio Tommasi che ha avuto necessità di essere scortato via dalla folla direttamente dalla polizia -, anche essere presente con uno smartphone e una mascherina in mezzo a queste persone mi è valso un attacco verbale diretto da parte di due delle persone presenti.
Mentre filmavo quello che stava succedendo una persona che era vicino a me mi ha domandato in maniera provocatoria perché stessi indossando la mascherina. «Come lei vuole essere libero di manifestare per non indossarla io voglio essere libera di portarla e di rispettare le regole», ho risposto io. A lui si è aggiunto un altro manifestante che ha ribadito quanto non avesse senso presentarsi lì con la mascherina, dicendomi di «andare via» e provocandomi a sua volta. Se avessi risposto la situazione, come dimostrano le scene che tutti abbiamo potuto vedere nei video dell’evento, sarebbe potuta facilmente degenerare.
In tutto questo ci si aspetterebbe che le persone che protestavano fossero – quelle poche decine cui non interessava effettivamente quello che stava succedendo sul palco – rigorosamente senza mascherina. Nemmeno con la mascherina abbassata o al braccio. Così non è stato, invece. Al di là dei pochi che hanno effettivamente manifestato senza indossarla e senza averla a portata di mano, tantissime di queste persone che urlavano contro la polizia e contro i giornalisti la portavano: chi correttamente, chi col naso fuori, chi sotto il mento. Tutti bravi con “le mascherine” degli altri, per riprendere un celebre detto, quindi la protesta la facciamo ma guai a dover pagare le multe per il rifiuto di indossare la mascherina così come stabilito per legge.