Monitora PA è una comunità hacker italiana composta da attivisti che collaborano alla realizzazione del progetto a titolo personale e gratuito. Il loro obiettivo è tutelare la riservatezza dei dati dei cittadini italiani e fare in modo che le piattaforme della Pubblica Amministrazione smettano di affidarsi, per esempio, a Google per fornire i loro servizi e si dotino di sistemi diversi di sicurezza e di tutela dei dati personali degli utenti e dei dipendenti. Giacomo Tesio, cofondatore di Monitora PA, ha inviato di recente una PEC a 45 Atenei italiani che utilizzano ancora i servizi di Google, in particolare Gmail, Google Drive e Google Workspace for Education, per chiedere loro di interrompere entro 40 giorni i trasferimenti illeciti di dati personali che dipendono dal loro utilizzo.
Giacomo Tesio ha risposto alle domande di Giornalettismo sulla questione dell’utilizzo dei servizi di Google in Italia, in particolare nella Pubblica Amministrazione e in alcuni Atenei, spiegando quanto sia rischioso e immorale per la tutela dei dati personali delle persone che quotidianamente utilizzano i servizi di Google per comunicare con enti e istituti pubblici. Per comprendere meglio questo aspetto e per capire cosa dovrebbero fare (o cosa avrebbero dovuto fare già da tempo) le Università italiane abbiamo intervistato Giuseppe Attardi, professore presso il Dipartimento di Informatica dell’università di Pisa e Raffaele Conte, DPO del Consiglio Nazionale di Ricerche.