Perché il Giappone ha avuto meno contagi? La risposta potrebbe non piacere

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Approcci culturali diversi rispetto al resto del mondo e chiusure anticipate. Comprese le scuole

Il confronto tra il Giappone e il resto del Mondo è impietoso e ha fatto sorgere molte domande sul web. Dall’inizio della pandemia mondiale, infatti, nel Paese nipponico sono stati registrati ‘solamente’ 172mila infezione e un numero di vittime che, paragonato all’Italia (ma anche al resto del globo), mostra delle differenze nette: 2.395 decessi. E si parla di modello giapponese, tra leggende metropolitane e fattori educativi-culturali che hanno portato a questi numeri così bassi rispetto a quelli registrati altrove.



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Tra i personaggi pubblici che si sono fatti domande sul modello giapponese c’è anche l’ex parlamentare (e co-fondatore di Fratelli d’Italia) Guido Crosetto che ha chiesto, attraverso il suo profilo Twitter, un chiarimento agli esperti.



Ovviamente qui non parliamo di medicina, ma di metodologie che hanno portato a numeri così bassi. E partiamo dagli antefatti. Quando nel Mondo c’era solo il sentore dell’arrivo di una pandemia (forse, anzi sicuramente, sottovalutata quasi ovunque), il governo Abe fece delle scelte molto forti e rigorose che attirarono non poche (ma composte) critiche anche all’interno dell’opinione pubblica nipponica: mentre gli altri esitavano e tentennavano, in Giappone le scuole venivano chiuse già all’inizio del mese di marzo; i musei, i parchi tematici, gli stadi (con tanto di sospensione del campionato di calcio) e i teatri serrati, addirittura, durante il mese di febbraio quando la Cina palesava l’arrivo imminente di una pandemia globale.

Modello giapponese, perché sta funzionando contro il Covid

Insomma, il modello giapponese ha giocato sull’anticipo. Ma non solo. Come spiega Agi in un approfondimento di qualche settimana fa, il modus vivendi dei cittadini nipponici è completamente differente da quello del resto del mondo. Si parla di fattori culturali e identitari: dall’approccio meno polemico ed evasivo nel cogliere e rispettare i suggerimenti e le indicazioni igienico-sanitario, all’utilizzo della mascherina. Perché sembrerà una sciocchezza, ma i cittadini giapponesi sono soliti indossare il dispositivo di protezione (soprattutto nei mesi invernali) per proteggersi anche dalle infezioni virali dell’influenza stagionale e dallo smog. E questo punto, dettato dall’abitudine culturale, è stato fondamentale.

Il Giappone oggi

Adesso, però, anche in Giappone la curva è tornata a crescere, superando il picco raggiunto nel mese di aprile. Questo il grafico che indica la nuova corsa della pandemia Covid nel Paese nipponico.

Il picco, paragonato anche a quello di aprile, è molto netto. Occorre, ovviamente, sottolineare come questi numeri – per il momento – siano di gran lunga diversi rispetto a quelli dell’Occidente. E il paragone con l’Italia, l’Europa e il continente americano continua a mostrare nette differenze nei numeri.

(foto di copertina: da Canva)