Il dibattito sul MMA fatto da chi di MMA ne capisce, l’istruttore di Lariano: «Non sono il maestro dei killer»

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Il campione Sakara, invece, dice che il maestro dovrebbe metterci la faccia e chiedere scusa

Il surreale dibattito esterno al mondo dell’MMA, le arti marziali miste, lo sport che alcuni dei fermati per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte praticavano (alcuni avevano smesso già da diverso tempo, altri non avevano più ripreso dopo il periodo del lockdown), porta a indicare questa disciplina come la panacea di tutti i mali, ciò che ha provocato la morte del ragazzo di 21 anni. Ma anche all’interno del mondo dell’MMA ci sono voci discordanti, non tanto sul ruolo della disciplina nella vicenda, quanto sul controllo degli educatori e degli allenatori.



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MMA cos’è e quali sono i suoi principi

Se esiste un problema MMA non è certo intrinseco allo sport di contatto che – come tanti altri, dal pugilato al karate, passando per il taekwondo – presenta delle regole molto ferree che si basano in primo luogo sul rispetto dell’avversario, che deve sempre essere colpito in sicurezza. Il problema sta nelle cose che vengono trasmesse a chi lo pratica e in come queste cose vengono recepite dagli atleti o dai potenziali atleti.



MMA, il parere dell’istruttore Luca Di Tullio

Per farvi capire il contesto, vi proponiamo due passaggi sull’MMA e, nello specifico, sul ruolo dell’MMA all’interno del caso della morte di Willy. Il primo è l’intervista che Camilla Romana Bruno ha realizzato per Repubblica a Luca Di Tullio, l’istruttore della palestra che veniva frequentata, a Lariano, da Marco e Gabriele Bianchi, due dei ragazzi fermati per l’omicidio del 21enne.

Devastato per quanto accaduto, l’uomo chiede di non essere chiamato «il maestro dei killer», dice di comprendere la rabbia delle persone che hanno insultato lui e la sua accademia, ma sostiene che all’interno della palestra ci sia un ambiente sano, in cui si insegna per prima cosa ad avere rispetto per l’avversario, a non venire coinvolti in risse, a non utilizzare le mosse che vengono apprese all’interno della palestra per far male alle persone in strada.



L’opinione di Alessio Sakara sull’MMA

Il secondo passaggio, invece, è quello di Alessio Sakara, atleta dei pesi mediomassimi nella federazione statunitense Bellator Mma, uno dei campioni di questo sport in Italia, che ha partecipato in passato anche a diverse trasmissioni televisive come Pechino Express o Tu sì que vales. È lui a mettere in risalto un altro tema: «Sono mele marce che non hanno niente a che vedere non solo con l’Mma ma con lo sport in generale, vanno stracacciati da qualunque attività sportiva – dice riferendosi ai ragazzi che hanno pestato Willy e che praticavano la disciplina -. E adesso chi dovrebbe metterci la faccia è il loro allenatore, è lui che dovrebbe chiedere scusa perché è lui che lascia in giro questa gente. Se dobbiamo parlare di Mma, si prenda le responsabilità chi ha insegnato loro questo sport».

Insomma, il terreno su cui si dovrebbe riflettere non è quello della tipologia di sport praticato, quanto sui principi che vengono insegnati e assimilati. E questo vale per qualunque disciplina. Chi conosce il mondo dell’MMA sa che si tratta di uno sport come tanti altri, ma sa bene che ci sono delle responsabilità. Prima di tutto educative.