Il ministro dell’Interno non può chiudere i porti: Toninelli lo sa e si scontra con Salvini

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La decisione spetterebbe al ministro delle Infrastrutture

Ecco perché l’hashtag #chiudiamoiporti lanciato da Matteo Salvini sui social network è più uno slogan da campagna elettorale che una vera e propria decisione da uomo di governo. Il ministro dell’Interno può chiudere i porti? La risposta è no e all’interno dell’esecutivo M5S-Lega si sta alzando un vero e proprio polverone proprio per questo motivo. Con tanto di scontro tra il leader della Lega e Danilo Toninelli.



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Ministro Interno può chiudere porti? Ecco cosa prevede la legislazione

La decisione di «chiudere i porti», o meglio di negare l’attracco di una nave in un porto, non è una delle competenze del Viminale. Piuttosto, la decisione spetta al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che, in questo momento, è retto dall’esponente del Movimento 5 Stelle che, nelle ultime ore, ha dimostrato di essere piuttosto critico nei confronti di Matteo Salvini. Questo aspetto è contenuto all’interno del Codice della navigazione che stabilisce – all’articolo 83 – che il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti possa impedire «per motivi di ordine pubblico» il transito e la sosta di navi mercantili nel mare territoriale.

Ministro Interno può chiudere porti? Le possibili violazioni dei diritti umani

Tuttavia, anche questo aspetto risulta essere piuttosto delicato. Un rifiuto in queste circostanze, infatti, potrebbe comportare automaticamente anche una violazione dei diritti umani: la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, infatti, stabilisce che gli Stati non possano negare il proprio soccorso se gli occupanti di una imbarcazione versino in stato di bisogno (per esempio, l’assenza di cibo) o siano necessarie cure mediche urgenti. Sembra proprio il caso dell’Aquarius, con 629 migranti a bordo (tra cui 123 minori non accompagnati, 11 bambini, 6 donne incinta) e con scorte che, secondo la ong Sos Mediterranée, potrebbero bastare soltanto per le prossime 48 ore.



Lo scontro Salvini-Toninelli sui porti chiusi e la nave Aquarius

Va da sé, quindi, che lo scontro di competente (e anche politico) sia giustificato.  Secondo un retroscena riportato da Repubblica, un piccato Danilo Toninelli avrebbe fatto sapere a Luigi Di Maio «Se quella nave si avvicina ai nostri porti, io la faccio attraccare». L’esponente del Movimento 5 Stelle lamenta il fatto che questa dura posizione del governo sia stata presa senza consultarlo: a essere a conoscenza delle esternazioni di Matteo Salvini sarebbero stati solo il leader leghista, Luigi Di Maio e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Una scelta verticistica che Toninelli non può accettare.

Le conseguenze dell’hashtag #chiudiamoiporti sono sotto gli occhi di tutti. Lo slogan lanciato da Matteo Salvini – ripetiamo: sempre più da campagna elettorale – oltre a non trovare giustificazioni dal punto di vista umanitario, sembra non avere nemmeno alcun fondamento di carattere esecutivo. La prima spaccatura nel governo giallo-blu si consuma, dunque, sul tema caldo dei migranti. E se Salvini interpreta questa mossa come un modo per mettere pressione a Malta (e all’Unione Europea) sulla linea dell’accoglienza, deve anche fare i conti con un alleato di governo che, per ora, ingoia il rospo.



FOTO: FACEBOOK SOS MEDITERRANEE ITALIA/KENNY KARPOV