Prendi un uomo e buttalo in campo. Lì davanti a tutti. Con i commenti che gli mordono le caviglie. «I giornalisti e scrittori che hanno rivelato la vera mangiogna del sistema Lucano sono stati affossati», «Ogni tanto un delinquente vero assicurato ai ceppi». In mezzo – è vero – tante persone che contrattaccano sulla premessa stessa su cui si fonda il tweet ma che – non per questo – risultano essere meno violenti. Il tweet di Matteo Salvini su Mimmo Lucano condannato dimostra, ancora una volta di più, che la Bestia non si è dimessa insieme a Luca Morisi, ma che è diventata sistema universalmente accettato, da una parte e dall’altra.
LEGGI ANCHE > Visto che siamo contrari alla Bestia, bisogna aspettare prima di condividere il meme “lei spaccia?” su Luca Morisi
Altro che dare la caccia agli omosessuali nella Lega, la sinistra in Calabria candida condannati a 13 anni di carcere! #MimmoLucano
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) September 30, 2021
Il tweet di Matteo Salvini è un esempio di scuola. Si prende un uomo, nel caso Mimmo Lucano (l’ex sindaco di Riace che oggi è stato condannato a 13 anni e due mesi di reclusione per una serie di reati contestati), lo si addita, si indica una verità univoca e – comunque – senza contraddittorio. Si dice che la sinistra in Calabria candida condannati a 13 anni. Non si riporta, invece, che la condanna è in primo grado (quindi ci saranno una sentenza in appello e un eventuale ricorso alla corte di Cassazione prima che diventi definitiva) e, soprattutto, si pone in opposizione a un’affermazione che poco c’entra con l’intera vicenda. «La sinistra che dà la caccia agli omosessuali nella Lega», con la sinistra che non sta dando la caccia a nessuno e con il richiamo – non esplicito, ma sicuramente volto a oscurare la vicenda – alla storia di Luca Morisi, indagato per una vicenda collegata alle sostanze stupefacenti.
Un tweet che dimostra come la comunicazione aggressiva, quella che non guarda in faccia a nessuno, quella che cerca di mettere tutto dentro allo stesso calderone, quella che cerca di dividere con nettezza i “buoni” dai “cattivi”, quelli “da attaccare” e quelli “da difendere”, sia prassi consolidata del sistema politico attuale. Le risposte, anche quelle che difendono Mimmo Lucano e si scagliano in maniera aggressiva contro Salvini e Luca Morisi, sono parte di questa stessa dinamica. E c’è la sensazione che, ormai, la spirale sia senza fine.