Sea Eye e Cecilia Strada lanciano l’allarme: «Sulla Alan Kurdi un migrante ha tentato il suicidio»

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«La vergogna europea continua. Fateli scendere»

«Uno dei naufraghi ha già cercato di togliersi la vita a bordo della Alan Kurdi, ancora bloccata in acque internazionali». Lo scrive in un tweet Cecilia Strada che rilancia in questo modo la notizia resa pubblica ieri dai canali ufficiali della ong tedesca Sea-Eye. «Malta dovrebbe indicare un porto sicuro ma non lo fa, l’Italia ha ribadito il divieto di ingresso. La vergogna europea continua. Fateliscendere», scrive l’ex presidente di Emergency.



I migranti a bordo della Alan Kurdi si trovano in mare da sette giorni

I migranti a bordo della Alan Kurdi sono stati salvati lo scorso 31 agosto, la loro imbarcazione si trovava in zona Sar maltese. Lo stesso giorno il ministro Salvini (seguito da Toninelli e Trenta) aveva firmato il divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane per la nave della ong tedesca e, allo stesso tempo, anche Malta aveva vietato l’ingresso nei suoi porti. Probabilmente la Alan Kurdi si aspettava un cambio di posizione del governo italiano, con l’avvicendamento al Viminale di Salvini e Lamorgese, ma per ora nulla si muove.



L’appello di Orfini: «Discontinuità significa via le politiche di Salvini»

Sulla vicenda è tornato anche Matteo Orfini, che già nei giorni scorsi aveva invocato un cambio di rotta da parte del nuovo governo sul tema migranti. «La Alan Kurdi è ancora in mezzo al mare, con 13 naufraghi a bordo. Ieri per la disperazione uno di loro ha tentato il suicidio. L’ho chiesto ieri e lo ribadisco oggi: il nuovo governo revochi il divieto di ingresso in porto. Discontinuità significa via le politiche di Salvini», ha scritto su Twitter il deputato dem.