Erano partiti dalla costa libica in più di 80, ma a sopravvivere sono stati soltanto tre migranti. Il terribile naufragio del primo luglio è andato esattamente come i superstiti lo avevano raccontato. Il recupero dei 72 corpi in mare spinge Unhcr e Oim a lanciare un altro appello all’Europa: «Tornate a salvare le vite in mare».
Stando a quanto ricostruito dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni, a partire dalle coste libiche di Zwara in direzione Italia erano 86 persone, di cui solo 3 sono sopravvissute. Il gommone su cui erano a bordo infatti era naufragato al largo della costa tunisina all’altezza di Zarzis il 1 luglio. Il mare negli ultimi giorni ha continuato a restituire i corpi delle vittime, il bilancio dei cadaveri recuperati ad oggi è di 72, inclusi i 36 corpi rinvenuti oggi dalla Mezzaluna rossa tra Zarzis e l’isola di Djerba.
Un bilancio di morte terribile, che ha spinto le due agenzie delle Nazioni Unite, Oim e Unhcr, a lanciare un nuovo appello per riportare in mare la flotta europea per riprendere i soccorsi: «Esse dovrebbero poter riprendere a svolgere questo compito vitale e si dovrebbe istituire con urgenza un meccanismo di sbarco temporaneo che consenta una condivisione di responsabilità a livello europeo» hanno dichiarato.
Affermazioni fatte nello stesso giorno in cui entrambe le agenzie hanno firmato una nota congiunta per chiedere la liberazione immediata dei «5.600 rifugiati e migranti attualmente detenuti nei diversi centri della Libia» invocando anche la rottura di qualsiasi accordo che possa sostenere la Guardia costiera libica a discapito delle libertà personali e inviolabili degli essere umani, che si tramuta con il riportare in Libia i migranti che cercano di scappare, condannandoli a vivere in un territorio segnato da guerra civile e continua violazione dei diritti umani. «Alle imbarcazioni commerciali non deve essere chiesto di ricondurre in Libia i passeggeri soccorsi. Qualunque forma di assistenza e responsabilità dovrebbe essere delegata agli organismi libici competenti solo a patto che nessuno possa essere detenuto arbitrariamente dopo essere stato soccorso e che le garanzie inerenti agli standard sui diritti umani siano rispettate» scrivono Unhcr e Oim nella nota.
(credits immagine di copertina: immagine gommone repertorio, FRANCO LANNINO/ANSA/DEF)