Non si fermano le polemiche dopo l’episodio di cronaca verificatosi ieri nel Vercellese. Un uomo di origini nigeriane, di 33 anni, si è lanciato dal convoglio sulla linea Chivasso-Novara perché – con ogni probabilità – sprovvisto di biglietto, mentre sul treno era in corso un controllo della Polfer. L’uomo, si scopre oggi, aveva un regolare permesso di soggiorno e svolgeva la mansione di imbianchino in zona.
Lo strascico di polemiche che si è verificato in seguito all’episodio ha riguardato anche la politica locale, con un consigliere comunale del Pd di Biella, Paolo Furia, che ha voluto esternare pubblicamente un racconto confermato – lo si ribadisce – soltanto da testimonianze di persone che avrebbero assistito alla scena. Una persona che lavorerebbe all’ufficio dirigenti in movimento della stazione di Santhià avrebbe affermato: «Meglio che si sia ucciso uno così che un’altra persona».
«Lo segnalo pubblicamente, così almeno magari il ministro dell’interno può venire a portare un elogio formale – ha scritto su Facebook il consigliere comunale -. Nemmeno di fronte alla morte si tace la pochezza di certa gente».
L’episodio non trova altre conferme, se non nelle testimonianze di chi ha assistito alla conversazione e non sono in corso verifiche specifiche sull’accaduto da parte di Trenitalia. Secondo le testimonianze relative alla dinamica dell’incidente che si è verificato sulla linea ferroviaria piemontese, l’uomo ha iniziato ad agitarsi e a bussare con violenza alla porta del capotreno quando ha visto il controllo in corso.
Gli agenti hanno provato a tranquillizzarlo, ma il ragazzo avrebbe iniziato a rispondere in maniera aggressiva, avrebbe aperto un finestrino e sarebbe riuscito a buttarsi, nonostante gli estremi tentativi di salvarlo da parte del capotreno e dei poliziotti.