La candidatura che non ti aspetti. Michele Santoro ha affermato di voler inviare il proprio curriculum a Camera e Senato per candidarsi a un posto nel consiglio di amministrazione della Rai. «Manderò il mio curriculum a Camera e Senato per candidarmi al Cda Rai – ha affermato Santoro, nel corso della presentazione di «M», il suo programma che andrà in onda su Raitre -. Non ho nessuna speranza che mi scelgano, ma almeno li costringerò a scegliere una persona diversa da me che magari condividerà la mia idea. La mia è che qualunque cosa produca il servizio pubblico io devo sapere quanto costa».
Una scelta che si annuncia piuttosto provocatoria, ma che potrebbe aprire un interessante dibattito tra le forze politiche chiamate a decidere la governance del servizio pubblico radiotelevisivo italiano. «Siccome voglio rompere un po’ le scatole all’azienda – ha continuato Santoro – per un po’ cercherò di non collaborare con la Rai». Una piccola dichiarazione di guerra, insomma, nel ventre di Viale Mazzini. Il nuovo ciclo di puntate di «M», il talk-show innovativo che porta la sua firma, andrà in onda a partire dal prossimo 10 maggio.
Michele Santoro, dunque, chiede trasparenza in azienda e annuncia anche un altro possibile punto programmatico per un suo eventuale ruolo all’interno del consiglio di amministrazione di Viale Mazzini. Secondo il conduttore, infatti, «almeno il 40% della produzione del servizio pubblico dovrebbe andare a produttori indipendenti». Insomma, la candidatura di Michele Santoro in Rai – che potrebbe solleticare la fantasia di più di una forza politica in parlamento – si annuncerebbe come una decisiva rottura rispetto al passato dell’azienda. Il passo più lungo della gamba? È lui stesso ad ammetterlo. Ma, si sa, inviare un curriculum non costa nulla.