Meryl Streep accusata di blackface nel nuovo film Netflix “The Laundromat”

Categorie: Mass Media

Nella pellicola che ripercorre la storia dei Panama Papers, ad un certo punto l'attrice si traveste da latino-americana

Dopo “The Post”, Meryl Streep torna a raccontare il giornalismo moderno. Stavolta l’attrice premio Oscar è una delle protagoniste di “The Laundromat”, il nuovo film Netflix con la regia di Steven Soderbergh che ripercorre la storia dei Panama Papers. Un film acclamato dalla critica, così come l’interpretazione della Streep, se non fosse per un piccolo ma significativo momento: quello in cui l’attrice si traveste da Latino-Americana. Momento che le è valsa l’accusa di Blackface.



Meryl Streep accusata di blackface nel nuovo film Netflix “The Laundromat”

Accusare una attrice di blackface è forse una delle macchie alla carriera peggiori. Soprattutto se parliamo di un mostro sacro come Meryl Streep. Una attrice pluripremiata e donna famosa anche per la sua gentilezza, il suo attivismo e la sua passione. Possibile che sia caduta in un tranello del genere? Galeotto è stato un passaggio del film “The Laundromat”, targato Netflix. Ripercorrendo le vicende legate ai Panama Papers, il film si concentra molto sul ruolo svolto dai “whistleblower”, ovvero i segnalatori di illeciti e fonti dei giornalisti investigativi, in cui Meryl Streep interpreta il ruolo di una vedova americana che ripercorre i loschi accordi finanziari del marito.

Ad un certo punto del film, Meryl Streep interpreta anche un altro ruolo secondario: quello di una donna impiegata in un studio di avvocati a Panama che si occupa di conti e servizi off-shore. Per interpretarla, l’attrice premio Oscar si traveste da Latino Americana, indossando del fondotinta più scuro e una protesi al naso per assomigliare alle fattezze dei “latinos” e esagerando l’accento.



Una scelta che non è affatto piaciuta al pubblico, scatendando la bufera nei social network e forum. Se in molti, che hanno assistito alla prima del film al Toronto International Film Festival (TIFF), spiegano che dietro questo “cameo” c’è una chiara spiegazione, sui social network è scattata la parola “Blackface”. Non solo: anche il giornalista di Vanity Fair Richard Lawson ha descritto la scena come «un errore non irrisorio, specialmente in una era di grande attenzione e elevata coscienza della rappresentazione etnica e della appropriazione culturale». Né Meryl Streep né Steven Soderbergh hanno per ora commentato le accuse.

(Credits immagine di copertina: ANSA/ETTORE FERRARI)