Fanno discutere le parole che Matteo Salvini ha pronunciato nella giornata di ieri, 28 aprile, nel corso di un comizio a Cantù. Il ministro dell’Interno ha fatto salire sul palco che ha ospitato il suo intervento una serie di bambini con il loro genitori. Tra questi c’erano anche i figli di una donna che ha dato alla luce sei bambini. Salvini ha scherzato un po’ con la donna e con il marito e poi ha lanciato un messaggio per la popolazione di Cantù radunata in piazza.
Oggi Salvini a #Cantù ha parlato di bimbi che arrivano sui barconi già belli e confezionati. Io ho ancora negli occhi quel bambino di 14 anni che è partito dall’Africa su un barcone ed è morto in mare, a due passi dalla mia Sicilia, con la pagella cucita in tasca. Vergogna! pic.twitter.com/R24NOdmXds
— Davide Faraone (@davidefaraone) April 28, 2019
«È questa l’Italia per cui stiamo lavorando – ha detto Matteo Salvini – che i bambini nascano a Cantù e che non ci arrivino sui barconi dall’altra parte del mondo già belli e confezionati». Prima i bambini italiani, insomma. Ovviamente, il ministro precisa – per evitare polveroni – di avere rispetto per chi fugge dalle guerre. Ma le parole rilasciate ai giornalisti dopo il suo intervento vanno comunque verso la direzione della polemica.
«Una certa sinistra – dice Salvini – sostiene che siccome c’è crisi demografica in Italia c’è bisogno di più immigrazione. Accogliere chi scappa dalla guerra è giusto, ma le sostituzioni di popoli con popoli non mi piacciono». Insomma, il ministro dell’Interno sembra voler parlare ancora una volta di sostituzioni su basi etniche.
Il tutto nonostante i numeri snocciolati dal Viminale – e dunque dal ministero che lui stesso dirige – vanno in una direzione completamente diversa. Stando agli ultimi dati citati da Salvini, il numero di irregolari presenti nel nostro Paese è di 90mila, invece dei 500-600mila sbandierati in campagna elettorale. Aggiungendo a questi il numero di migranti che arriva in Italia regolarmente o per motivi umanitari si è comunque distanti da quella presunta «sostituzione etnica» che il ministro vorrebbe evitare.
L’espressione «bambini che arrivano dall’altra parte del mondo già belli e confezionati», in oltre, appare molto discriminatoria. Come se ci fossero bambini di serie A e bambini di serie B: Salvini ha scelto il palco di Cantù per proporre un concetto che, sinceramente, appare distante da qualsiasi logica democratica.
FOTO: ANSA/NICOLA MARFISI