L’Italia rischia di dover affrontare un nuovo caso Diciotti. Questa mattina una nave della Marina Militare italiana ha soccorso una quarantina di migranti in balia delle onde e della marea nel Mediterraneo, a largo della Libia. Secondo fonti autorevoli, i migranti si trovavano a bordo di un’imbarcazione di fortuna e sono stati recuperati alle prime luci dell’alba. Matteo Salvini si è infuriato per questa decisione e ha parlato di qualcuno nel governo che gli sta remando contro.
«C’è una nave della Marina militare italiana che in acque libiche ha raccolto 40 immigrati, io porti non ne do – ha detto Matteo Salvini durante il suo comizio a Pesaro -. Perché in acque libiche? Peraltro pattugliate dalla guardia costiera libica che ieri in pieno ramadan ha soccorso salvato e portato indietro più di 200 immigrati». Ora c’è il rischio di rivivere la stessa storia e odissea del caso Diciotti, per il quale lo stesso ministro dell’Interno è stato indagato dalla Procura prima del soccorso della Giunta per le immunità e del Parlamento che gli ha evitato il processo per sequestro di persona.
Sempre dal palco di piazza del Popolo a Pesaro, Matteo Salvini lancia qualche sospetto attorno all’operato di qualche altro capo di dicastero, senza mai fare il nome «O si lavora tutti nella stessa direzione o non può esserci un ministro dell’interno che chiude i poti e qualcun altro che raccoglie i migranti. È vero che bisogna chiarire alcune vicende all’interno del governo». Nessun nome, ma il riferimento è abbastanza lampante.
Nel mirino di Matteo Salvini – anche dopo le polemiche delle scorse settimane – c’è il ministro della Difesa Elisabetta Trenta, da cui dipende l’operato e le decisioni della Marina Militare italiana. Benzina sul fuoco che riapre, ancora una volta, la frattura mai sanata all’interno del governo e con il Movimento 5 Stelle.
(foto di copertina: ANSA/GIUSEPPE LAMI)