La Mare Jonio è entrata in acque italiane e chiede un porto sicuro

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La nave della Ong Mediterranea Saving Humans è stata fermata da due motovedette della Guardia di Finanza

Ha varcato la soglia delle acque italiane la Mare Jonio, la nave di Mediterranea Saving Humans che giovedì ha soccorso e salvato 30 migranti che erano a bordo di un gommone in avaria a 40 miglia dalle coste della Libia. Non appena superato il limite delle 12 miglia a sud di Lampedusa, fa sapere la Ong italiana attraverso il suo profilo Twitter, la nave è stata raggiunta da due motovedette della Guardia di Finanza per un controllo di polizia. Si chiede all’Italia un porto sicuro dove far sbarcare le 30 persone.



«Chiediamo ingresso in porto sicuro dove sbarcare uomini, donne incinte e bambina a bordo», si legge nel tweet delle 6.56 pubblicato da Mediterranea sui propri canali social. A bordo della Mare Jonio si trovano trenta persone, tra cui due donne incinte, una bimba di un anno e altri quattro minori non accompagnati.

 



La Mare Jonio entra in acque italiane

In attesa di capire le mosse di Roma – che già ieri sera aveva aperto il porto di Augusta per lo sbarco dei migranti soccorsi dalla nave Cigala Fulgosi dell Marina Militare, grazie all’intervento del premier Giuseppe Conte e agli accordi immediati con Francia, Malta, Lussemburgo e Germania per la loro redistribuzione -, il Viminale sembra esser deciso a proseguire il suo pugno di ferro.

Il Viminale replica: «Fate riferimento alla Libia»

Attraverso una comunicazione precedente, infatti, dalla nave Mare Jonio hanno fatto sapere che la prima risposta del ministero dell’Interno sia stata quella di fare riferimento alle «autorità libiche». Quindi, come da copione, Salvini sembra essere intenzionato a partecipare all’ennesimo braccio di ferro.

 

(foto di copertina: da profilo Twitter della Ong Mediterranea Saving Humans)