Secondo Manlio Di Stefano, il racconto su Bibbiano «ha una parte di leggenda»

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La retromarcia dell'esponente del M5S

Una cosa meravigliosa. Il 27 giugno scorso, Manlio Di Stefano (ex sottosegretario al ministero degli Esteri in quota Movimento 5 Stelle) definiva la vicenda di Bibbiano con i termini peggiori possibili. Parlava di «false relazioni, impulsi elettrici, lavaggio del cervello e disegni artefatti». E, ovviamente, partecipava alla identificazione del Partito Democratico con il Partito di Bibbiano, in seguito al coinvolgimento nell’inchiesta del sindaco della cittadina, Andrea Carletti, che – tuttavia – risulta indagato soltanto per un presunto abuso d’ufficio relativo alla messa a disposizione di un locale comunale ai servizi sociali.



Manlio Di Stefano e la leggenda di Bibbiano

Ieri, quello stesso Manlio Di Stefano – non un suo omonimo, proprio lui! – ha partecipato alla prima puntata della nuova stagione di Cartabianca, il programma condotto da Bianca Berlinguer. Ovviamente, l’argomento principale era la nuova alleanza di governo tra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico. In modo particolare, Mario Giordano – giornalista in quota sovranista – ha chiesto all’esponente pentastellato come sarebbe stata giustificata l’alleanza con il partito delle banche e con il partito di Bibbiano.

Manlio Di Stefano – come ha sottolineato anche il portale Next Quotidiano – ha fatto una giravolta clamorosa, degna di un politico di una navigata Democrazia Cristiana. «No, no, no – ha detto Di Stefano a Bianca Berlinguer che gli chiedeva come si fa ad allearsi con il partito che, fino a qualche momento prima, veniva definito di Bibbiano -. Come in ogni cosa, su Bibbiano c’è una parte di verità e una parte di leggenda».



La retromarcia clamorosa di Manlio Di Stefano

Retromarcia clamorosa, insomma, dettata dai nuovi equilibri politici. Ma se questa alleanza tra Pd e Movimento 5 Stelle restituirà un po’ di oggettività su fatti gravi come quelli di Bibbiano, dove però le parti politiche sono state coinvolte in maniera propagandistica e strumentale, ben venga: non assisteremo più a post-bufale sui social network e si consentirà alla magistratura di fare il proprio corso. Ecco un altro risultato atteso del nuovo governo Pd-M5S.