Il distacco tra il mondo reale e Telegram: nelle chat no-vax, le “manifestazioni” di ieri sono un successo

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Continuano a rilanciarne ancora altre nei prossimi giorni e sostengono che quella di ieri ha avuto un impatto importante

Erano tempi d’oro quelli in cui, nel corso di un celebre incontro tra Matteo Renzi e Beppe Grillo – ovviamente in streaming -, l’allora leader del PD e del presidente del Consiglio gridava: «Esci da questo blog, Beppe! Esci da questo streaming! Di fuori c’è la gente reale». Certo, se alle parole fossero seguiti i fatti, sarebbe stato tutto bellissimo. Ma tant’è. Le manifestazioni no-vax che si sarebbero dovute svolgere ieri nelle principali stazioni italiane e che avrebbero dovuto paralizzare il traffico ferroviario (da ieri è diventato obbligatorio il green pass per viaggiare anche sui treni a lunga percorrenza) si sono rivelate un flop. Non lo dicono i giornali brutti e cattivi, ma i fatti: ieri, davanti alle principali stazioni italiane c’erano pochissimi manifestanti, molti più giornalisti e ancor di più rappresentanti delle forze dell’ordine. Ma su Telegram queste “manifestazioni” continuano a essere raccontate come un grande successo.



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Manifestazioni no-vax Telegram, nelle chat c’è un distaccamento incredibile dalla realtà

Se ci si fa un giretto nella chat “Basta dittatura!” – che è stata particolarmente attiva nell’organizzazione della manifestazione di ieri – si leggono messaggi che fanno avvertire un vero e proprio senso di distacco dalla realtà. Le poche persone che si sono recate nelle stazioni (due persone a Napoli, l’ormai celebre signora nel piazzale della stazione Tiburtina, qualche sparuto gruppetto a Milano) sono diventate «migliaia di persone in tutta Italia che hanno partecipato» e persino i normali disagi alla circolazione dei treni (circostanza non rara in Italia) sono stati salutati come un successo dei manifestanti. Il gruppo è pubblico ed è accessibile: facile recuperare qualche screenshot:



La narrazione di questo screenshot è evidente: il vero flop lo ha fatto Carlo Calenda che non è riuscito a organizzare una manifestazione pro-vax (tra l’altro, ricordiamolo, per la mancanza di coesione da parte di altri esponenti politici e senza aspettare una data fissata per la stessa manifestazione per tirarsi indietro), non coloro che «senza struttura sul territorio, senza finanziamento di partito (!)» sono riusciti a «unirci e fare un’azione mai pensata con migliai di persone in tutta Italia che hanno partecipato».



Il ritardo del treno Frecciarossa per Salerno (che è stato il combinato disposto della presenza di persone non autorizzate nei pressi della linea e di un guasto alla linea nei pressi di Orte) è stato salutato come un successo della manifestazione e un antidoto per i “depressi” del flop. Ovviamente, si tratta di motivazioni che spesso vengono fornite da InfoTreno di Trenitalia e, se la presenza sui binari può essere considerata effettivamente un atto ostativo, il guasto presso la stazione di Orte è un grande classico del pendolarismo italiano. Che di certo non è stato inventato dai no-vax.

Sul gruppo, inoltre, si mette in evidenza un’Ansa in cui si dice che alla Stazione Centrale di Milano non c’era nessuno. La protesta, effettivamente, è stata organizzata a Porta Garibaldi, ma anche lì le telecamere di Local Team hanno mostrato pochissima gente (compreso il ragazzo diventato idolo della stessa chat perché ha protestato contro la morte della democrazia, pur essendo vaccinato con doppia dose e pur avendo il green pass).

Nelle scorse ore, tra le altre cose, il gruppo Telegram era stato riempito di filmati pedopornografici. Probabilmente l’intento era quello di far chiudere il gruppo e, per qualche ora, effettivamente il gruppo era stato sospeso. L’admin ha poi comunicato che il problema era stato risolto, ovviamente salutando questo episodio come una sorta di attacco dall’interno al gruppo.

Ricordiamo che stiamo parlando di una chat che ha 45mila iscritti. E che continuano a vivere in una realtà parallela, continuando a visualizzare messaggi in cui ci spiegano come i giornalisti, in realtà, siano parte della narrazione che tende a nascondere la vera realtà dei fatti. Esci da questo blog, Beppe!