La bufala del manichino usato per le immagini da Bucha

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Si tratta di un vecchio video che riguarda il set di un film: il manichino è servito per girare alcune scene, ma nulla ha a che fare con la guerra

Un video che è stato pubblicato per la prima volta da un blogger/attore russo e che è stato utilizzato – non si capisce bene a che altezza cronologica – come riscontro di una possibile costruzione artificiale del massacro di Bucha. Il manichino a Bucha non c’è mai stato: si tratta di un fotogramma di un video pubblicato per la prima volta – come hanno scritto i fact-checkers di Facta News che fanno parte del team di verifica indipendente di Facebook – il 29 marzo 2022 su TikTok dall’utente @icefil, appunto l’attore/blogger Filipp Fedorchuk, spesso impegnato su set cinematografici. Il riferimento al fatto che si trattasse di un manichino per un set è esplicitato all’interno del copy che ha accompagnato il video su TikTok. Ma evidentemente, poi, qualcuno ha utilizzato queste immagini per diffondere ancora dubbi sul massacro di Bucha a cui una parte consistente dell’opinione pubblica che frequenta i social network sembra non credere.



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Manichino a Bucha, l’ennesima fake news sulla città ucraina

Le riprese di questa serie televisiva a cui partecipa Filipp Fedorchuk non si sarebbe nemmeno svolta su territorio ucraino, ma in Russia. Dunque, il paradosso di chi utilizza questa immagine come propaganda filo-russa è quello di una scena posticcia – ma assolutamente giustificata dalle esigenze cinematografiche – che in realtà viene girata in Russia e che nulla ha a che vedere con la guerra in Ucraina. L’ambientazione del film, infatti, è di tipo poliziesco e non riguarda nemmeno uno scenario di tipo bellico.



Davvero difficile comprendere il salto logico che ha portato diversi account social italiani (che accompagnano questo video con didascalie che mettono in dubbio il massacro di Bucha) a prestare fede a questo tipo di video e a diffonderlo come se fosse una prova incontrovertibile della falsità di quanto invece è successo sul campo, a Bucha. Si potrebbe collegare questa ricerca di immagini a una sorta di luogo comune, che si sta diffondendo sin dagli inizi di aprile, rispetto al fatto che a Bucha siano stati utilizzati fantocci (il concetto di manichino è molto popolare, soprattutto all’interno delle chat e dei gruppi complottisti). Basta un attimo e ciò che viene espresso a parole si trasforma in una delle tante immagini che circolano sul web e che possano avere un che di evocativo rispetto a quello che l’attualità ci propone.

Ancora una volta si registra quello scollamento per cui qualunque persona, sui social network, può alimentare delle false credenze, nonostante il lavoro di giornalisti e testimoni oculari stia cercando di ricostruire, pezzo per pezzo, quello che è successo nella città ucraina non lontana da Kiev prima della ritirata dei russi.