La rabbia della mamma investito dal camionista a Vicenza: «Se non resta dentro, lo faccio a pezzi»

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La donna si è assunta la responsabilità delle parole dette al Corriere della Sera

Non c’è stata abbastanza solidarietà per Raiza Terziu, la donna di 28 anni che – negli scorsi giorni – ha visto il proprio bambino finire sotto a un camion a Bassano del Grappa. A guidarlo era un muratore del posto, Pietro del Santo, che stava sfuggendo a un controllo dei vigili per guida in stato d’ebrezza. Ora, il fatto di essere stata lasciata sola con la propria famiglia e con la ristretta cerchia di amici, fa venir fuori tutta la rabbia di una donna che ha il proprio figlio di 14 mesi in terapia intensiva, che lotta fra la vita e la morte e a cui è stata amputata una gamba.



Mamma bambino investito: «Il camionista deve restare in carcere»

«O la legge lo fa restare dentro – dice una donna distrutta al Corriere della Sera – o lo faccio a pezzi, come lui ha spezzato la gamba di Thiago. Rimpiangerà il giorno in cui è venuto al mondo». Stando al racconto fatto dalla donna, nessuno della famiglia dell’autista del camion ha cercato i familiari del piccolo Thiago (l’utilizzo del nome del bambino è stato autorizzato dalla stessa madre al cronista del Corriere che ha condotto l’intervista).

«Mi assumo le responsabilità di quanto detto – afferma la donna, che lavora in una pasticceria in piazza degli Scacchi a Bassano del Grappa -, è venuto vicino a me perché voleva vedere il bambino. Persone come lui dovrebbero bere il veleno, non bere per mettersi a guidare». Insomma, una rabbia cieca, come può essere solo quella di una madre con un bambino che lotta tra la vita e la morte.



Nessuna manifestazione di solidarietà per la famiglia romena vittima dell’incidente

Il bambino, stando a quanto raccontato dalla donna, è nato prematuro lo scorso anno e aveva trascorso già diverso tempo in ospedale. Ora, questo incidente che poteva e doveva essere invitato. Nel frattempo, però, la famiglia – di origini romene – non ha ricevuto alcuna attestazione di solidarietà, nemmeno da quel mondo della politica e delle istituzioni sempre pronto a scrivere sui social network gli attacchi a chi commette un delitto.

FOTO: ANSA/VIGILI DEL FUOCO