Dal finanziamento illecito alla banda armata, dalla scuola della moglie di Bossi ai soldi alla Padania
PARENTOPOLI – A minare la credibilità della Lega Nord è arrivata la parentopoli che ha interessato la giunta regionale di Roberto Cota. Figli, fratelli, mogli e mariti di rappresentanti di PdL e Lega sono stati accuratamente impiegati nelle segreterie e negli uffici dei nuovi inquilini dell’ente che a marzo è passato nelle mani del centrodestra. C’è la figlia del capogruppo della Lega che lavora nella segreteria del governatore, la moglie dell’assessore che lavora nella segreteria di un altra pedina della giunta, figlie e sorelle di consiglieri PdL che lavorano al gruppo del partito berlusconiano. Alla faccia della meritocrazia.
LOTTA AGLI SPRECHI? – La notizia di queste anomalie arrivava subito dopo quella dell’utilizzo dell’auto blu da parte di un esponente leghista che aveva pubblicamente annunciato di essersene privato. Appena eletto il presidente del Consiglio del Friuli, Ballaman, aveva fatto sapere di aver intenzione di abbattere i costi della politica e di rinunciare alla macchina di servizio: fu sorpreso alla guida di una di esse mentre andava a prendere nonna e zio della fidanzata all’aeroporto. Un altro leghista, l’onorevole Alessandri, l’auto blu l’ha utilizzata incassando una settantina di multe. La sua giustificazione? “Spostamenti istituzionali urgenti“.
TANTI QUATTRINI – Non solo furbizie o semplici promesse disattese. Come ogni vecchio partito che si rispetti, ci sono anche tanti bei quattrini a girare dalle parti della Lega, come i 50 milioni incassati dal
FAVORI E POSTI DI POTERE – Per non parlare della spartizione dei posti di potere cui i padani hanno partecipato nel momento di rinnovare i consigli di amministrazione delle società controllate dai ministeri, della mania dei doppi incarichi, dei favoritismi nella guida degli enti locali che l’IdV ha ricostruito ed elencato in un apposito dossier. Passiamo al colore: la vicende della scuola di Adro. L’istituto Gianfranco Miglio, che gli uomini del Carroccio volevano decorato metro per metro col sole delle Alpi, non è l’unico caso della mania leghista di vedere il proprio simbolo dappertutto. Ad Adro hanno perfino pensato di renderlo ufficiale. Ci riusciranno o no, poco cambia, tra Bergamo e Varese la pop art padana si è già diffusa. Ultima nota: il ministro Calderoli ha mentito su una legge ad personas ideata per salvare decine di militanti del Carroccio dall’accusa di banda armata.