Lucia Azzolina spiega la frase degli «alunni riempiti come imbuti»

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La citazione della metafora dell'imbuto di Norimberga

Sono state tante le critiche ricevute dal ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina per la sua frase sugli studenti che non vanno riempiti «come imbuti». Da diverse parti, soprattutto sui social network, sono arrivate osservazioni formali circa la frase del ministro. Il direttore del Palazzo Ducale di Genova e presentatore Luca Bizzarri, ad esempio, ha messo in evidenza come gli imbuti, per la loro stessa natura, non possono riempirsi. Nella giornata di ieri si è parlato spesso di questa frase utilizzata dal ministro Azzolina che, pertanto, oggi ha replicato alle critiche ricevute, citando la metafora dell’imbuto di Norimberga.



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Lucia Azzolina imbuto, la spiegazione della metafora utilizzata

«L’imbuto di Norimberga – ha scritto la ministra Azzolina sui social network – è una metafora sull’apprendimento molto nota nel mondo della scuola: uno studente a cui vengono ‘versate’ nozioni in testa attraverso un imbuto. L’apprendimento non funziona così, i docenti lo sanno bene, ed è ciò che intendevo dire quando ho rievocato l’immagine dell’imbuto durante la conferenza di sabato, “lo studente non è un imbuto da riempire di conoscenze, è ben altro” ho detto».



Lucia Azzolina imbuto, la risposta alle critiche

La ministra Azzolina ha ironizzato su come la sua frase sia stata presa alla lettera, ma ha anche provato a scherzare sul fatto che al ministero «non abbiamo provato ad infilare imbuti in testa ai ragazzi versandoci dei libri (liquefatti ovviamente)». Lucia Azzolina ha chiesto a chi l’ha criticata per questa frase di cercare la metafora dell’imbuto di Norimberga anche sui motori di ricerca per verificarla.



Sostanzialmente, al di là della singola formulazione della metafora da parte della ministra Azzolina che l’ha utilizzata nella giornata di sabato 16 maggio, quando ha presentato la nuova formula dell’esame di maturità, la storia dell’imbuto e dello studente rappresenta una delle immagini più celebri relative all’apprendimento indotto con la forza, a quel tipo di nozioni apprese in maniera acritica dagli allievi. Le parole della ministra andavano in quella direzione, appunto.