I rapporti tra il Cremlino e il Regno Unito sono sempre più tesi dopo l’uccisione dell’ex spia russa Sergei Skripal e sua figlia a Salisbury, nel sud dell’Inghilterra. E se i reali e i ministri inglesi non andranno in Russia per i Mondiali, così come sono stati richiamati 23 diplomatici la guerra potrebbe spostarsi su un altro fronte: la cyberguerra.
Questa la preoccupazione del Regno Unito, spiegata oggi da Politico. «I russi hanno una vasta capacità su questo fronte, sia le agenzie organizzate dallo Stato che tutti i nuclei mafiosi collegati», ha riferito Keith Simpson, membro del Comitato di Intelligence e Sicurezza in Gran Bretagna. A Londra si stanno preparando da anni per questo tipo di scenario. George Osborne, ex cancelliere del Regno Unito e ora editore del London Evening Standard, fu vicino a un avanzamento molto importante nel campo della cybersecurity. Correva il lontano 2015, spiegano fonti ben informate a Politico. Ora la difesa british prevede una partnership tra il ministero della Difesa e la principale agenzia di intelligence, il quartier generale delle comunicazioni governative (GCHQ).
Ma basta? No.
Partiamo però da un assunto, ottimista. La Gran Bretagna è nella “top-class” dei cyber-powers, superata solo dagli Stati Uniti e “alla pari” con la Russia, secondo Alexander Klimburg, direttore del Cyber Policy and Resilience Program al The Hague Center.
A dicembre GCHQ ha rivelato che sta sviluppando uno “spettro completo” di armi cibernetiche. Si parla di schermatura di phishing fino ad attacchi mirati alle identità online degli obiettivi e la chiusura della rete elettrica di una intera città. Dichiarare però “ufficialmente” cyberguerra alla Russia è complicato. Deve esser giustificato a livello internazionale. E creerebbe non pochi imbarazzi con le Nazioni Unite. Ecco perché, scudoni a parte, gran parte di queste armi resteranno, per ora, totalmente inutilizzate.
(foto Thierry Roge/Belga via ZUMA Press)