La denuncia di Marco Furfaro: «Sono stato aggredito da Giletti dopo la trasmissione»

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L'eurodeputato del PD racconta la sua versione dei fatti di quanto accaduto fuori dagli studi di La7

L’accesa discussione all’interno degli studi de L’Aria che Tira, su La7, non sarebbe terminata con l’abbandono della diretta e lo spegnimento delle telecamere. Secondo quanto raccontato sulla pagina Facebook dell’eurodeputato del Partito Democratico, la lite Giletti-Furfaro avrebbe avuto un secondo round pochi minuti dopo il termine della trasmissione. E l’accusa nei confronti del conduttore di Non è l’Arena (in onda ogni domenica, in prima serata) è molto pesante.



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«Dopo essere uscito dallo studio sono stato letteralmente aggredito da Giletti. Mi ha insultato (“vigliacco”, “non capisci un cazzo”, “imbecille”, “coglione”, tra gli altri) e minacciato – ha scritto Marco Furfaro sulla sua pagina Facebook -. Era completamente fuori controllo. Se non è arrivato a mettermi le mani addosso è grazie al fatto che alcune persone dello studio lo tenevano e ne limitavano l’azione». Fatti gravissime, così come pesante è la denuncia fatta dall’eurodeputato del Partito Democratico qualche ora dopo la fine della diretta.



Lite Giletti-Furfaro, il secondo round a telecamere spente

Una brutta vicenda, la cui prima parte è andata in onda questa mattina su La7, partita da una battuta sussurrata da parte dell’Eurodeputato. Parole pronunciate a mezza bocca che miravano a sottolineare come l’intervista di Matteo Salvini a Non è L’Arena, di domenica scorsa, sia stata quasi completamente priva di contraddittorio. Un’accusa già mossa a Giletti in passato, in occasione di altre interviste al segretario della Lega.



Nessuna denuncia, per il momento

La lite Giletti-Furfaro, dunque, ha avuto un secondo round fuori dallo studio de L’Aria che Tira. Ma non ci sarà nessuna querela nei confronti del conduttore, per il momento: «La cosa più disarmante era non tanto sentirmi insultare o minacciare, ma sentirmi gridare di dirgli le cose in faccia. Ringrazi il cielo che non denuncio, ma sappia che io, non so se a differenza sua, non ho mai avuto nessuna paura di combattere per ciò che penso sia giusto senza piegarmi al potere».

(foto di copertina: da profilo Facebook di Marco Furfaro)