Tribunale tedesco emette un’ingiunzione provvisoria per Salvini che pubblicò la foto di un membro dell’equipaggio della Lifeline

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In attesa di calcolare il risarcimento danni

Il Landgericht di Francoforte, il tribunale federale, ha emesso un’ingiunzione provvisoria nei confronti di Matteo Salvini che aveva pubblicato sui suoi canali social la fotografia di Soeren Moje, un membro dell’equipaggio della nave Lifeline, una di quelle che hanno salvato i migranti nel Mediterraneo. Quello che siamo stati abituati a vedere successivamente – si pensi anche al confronto con Carola Rackete – si è verificato per la prima volta il 28 giugno 2018, quando cioè Matteo Salvini aveva pubblicato un’immagine del membro dell’equipaggio, poi sparita dai siti ufficiali della ong tedesca.



Lifeline, l’ingiunzione del tribunale di Francoforte contro Salvini

Il tribunale di Francoforte ha chiesto a Matteo Salvini, nel frattempo, di rimuovere l’immagine, in attesa di quantificare il possibile risarcimento danni. Il ministro dell’Interno, infatti, per la violazione del copyright sulla fotografia scattata da Friedhold Ulonska, un altro membro dell’equipaggio della Lifeline, potrebbe rischiare una sanzione pecuniaria che potrebbe arrivare fino a 250mila euro.

«Negli ultimi mesi – ha spiegato il capo missione della Lifeline Axel Steier – abbiamo assistito a numerose violazioni in cui media e politici hanno commentato impropriamente e illegalmente la Mission Lifeline e descritto altrettanto impropriamente i nostri membri dell’equipaggio. Non è possibile utilizzare le fotografie scattate da noi nel contesto della propaganda contro il salvataggio in mare, perché in tal modo si viola il diritto d’autore. Perseguiamo violazioni all’estero, così come abbiamo fatto in Germania. Dopo il Kronen-Zeitung in Austria, ora tocca anche al vice primo ministro italiano Matteo Salvini».



La storia della nave Lifeline e dell’equipaggio

L’ingiunzione non è una vera e propria condanna: si limita infatti a sostenere che la fotografia non potrà essere utilizzata nuovamente dal ministro Matteo Salvini e, soltanto in caso di recidiva, potrà scattare la sanzione. Il caso della ong Lifeline si verificò, ormai, più di un anno fa: si trattò di uno dei primi episodi in cui Matteo Salvini mise in atto la politica dei porti chiusi. La nave aveva soccorso 234 migranti in mare e aveva ripetutamente chiesto un porto sicuro dove sbarcare. Alla fine, dopo i rifiuti di Malta e Italia, la nave sbarcò comunque a La Valletta e i naufraghi vennero ridistribuiti in otto Paesi dell’Unione Europea.