Congresso delle Famiglie, parla Legrottaglie: «Cristo è la porta e io la difendo»

Categorie: Attualità

L'ex calciatore, atleta di Cristo, si scaglia anche contro i suoi ex-colleghi in campo

La sua presenza sul palco di Verona, dove è in corso l’ultima giornata del Congresso delle Famiglie, era una delle più attese dai curiosi. Nicola Legrottaglie, ex calciatore e con un recente passato non esaltante nei suoi primi passi da allenatore, ha parlato apertamente della sua idea di famiglia da difendere a tutti i costi, come faceva quando scendeva in campo per difendere la porta della sua squadra. E cosa rappresenta quella porta? Gesù Cristo.



«Non sto ad attaccare i principi degli altri. Io oggi sono quello che sono grazie alla mia famiglia e la voglio difendere come ho sempre difeso le tante maglie che ho vestito – ha detto Nicola Legrottaglie dal palco del Congresso delle Famiglie a Verona, non nuovo a battaglie contro il gender X e non solo-. Difendere una porta è come difendere la propria famiglia, i valori, i principi. E sapete chi si è definito porta? Cristo». Non esistono coppie omosessuali, dunque, ma solo le famiglie tradizionali: quelle composte da un uomo, una donna e i figli. E se i genitori falliscono c’è sempre un piano b di garanzia: «Dove non arriva una madre e un genitore arriva Dio, colui che ha creato tutto e sa come funzionano le cose».

E sulle adozioni alle coppie gay: «Non posso essere favorevole a qualcosa in cui non credo. Credo che la famiglia è formata da mamma e papà. Poi ci sono delle eccezioni in cui i bambini sono costretti a crescere senza un padre o una madre, ma dire che la famiglia debba essere stravolta come costituzione, questo no».



Legrottaglie è il difensore della ‘porta di Cristo’

«Ci vuole coraggio a difendere famiglia e principi? No, forse il coraggio è andare come Cristo su una croce per tutti noi – ha proseguito Legrottaglie nel suo discorso -. Quindi ben venga che lo sport sia un tramite per difendere i valori, la famiglia e i valori cristiani». E poi critica gli altri suoi ex-colleghi in campo, rei di disconoscere la vera essenza dell’unione familiare: «I calciatori non hanno idea di cosa sia famiglia. A volte sento dire ‘hanno vinto perché sono come una squadra’, ma ogni giocatore è preso da suoi interessi, ognuno è egoista. Io oggi vorrei dare ai giovani, e non solo, valori veri. Insegnare come si fa squadra, famiglia».

(foto di copertina: Maurizio Borsari/AFLO)