Cosa c’è di più imparziale della statistica? Probabilmente, nulla. Eppure, il governo del cambiamento – quello formato da Lega e Movimento 5 Stelle – sembra voglia sovvertire anche questo particolare assioma. Il sottosegretario all’Economia Laura Castelli, infatti, ha incontrato il presidente dell’Istituto nazionale di statistica (Istat) Giorgio Alleva, diffondendo un comunicato stampa che, se letto attentamente, può sembrare piuttosto inquietante.
«L’On. Laura Castelli – si legge nella nota per la stampa – ha incontrato oggi il Presidente dell’Istat, Giorgio Alleva, presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, per fare il punto sul processo di innovazione portato avanti dall’istituto e sulla sinergia necessaria da mettere in atto con la politica per il raggiungimento degli obiettivi del contratto di Governo».
La frase incriminata è: «la sinergia necessaria da mettere in atto con la politica per il raggiungimento degli obiettivi del contratto di Governo». Insomma, quest’ultimo aspetto sembrerebbe voler sottintendere che i dati dell’Istat possano essere in qualche modo influenzati, in modo tale da non ostacolare più di tanto l’attività di governo e i delicati equilibri raggiunti dalle due parti politiche in causa – M5S e Lega, appunto – per la realizzazione del loro patto di governo.
La preoccupazione per questo comunicato stampa di Laura Castelli sta già penetrando all’interno del mondo degli addetti ai lavori. Persino fonti vicine all’Ocse – l’organizzazione per la cooperazione e per lo sviluppo economico – si mostrano imbarazzate per questa nota stampa, palesando i propri timori per quella che potrebbe essere definita una vera e propria pressione del governo sui dati statistici ufficiali forniti dall’Istat. Una circostanza del genere, ma anche solo il semplice dubbio relativo a ciò, potrebbe inquietare – e non di poco – i mercati.
Il governo Lega e M5S, quindi, espone una visione dei dati statistici e di tutto ciò che questi comportano assolutamente non in linea con la prassi. Si può pensare a un Istat «taroccato» a uso e consumo del governo di turno? Una domanda del genere è pericolosa persino da porre.
(FOTO: ANSA/FABIO FRUSTACI)