Che il 2020 non sia un anno facile per la nostra economia lo immaginavamo in tanti. Ora l’Istat, nel report “Prospettive per l’economia italiana” quantifica questo tonfo inchiodando il Paese, e tutti noi, alla tragica evidenza: il nostro prodotto interno lordo nel 2020 potrebbe avere una contrazione di ben 8.3 punti percentuali. Un tonfo enorme, superiore a quello del 2009, l’anno in cui gli effetti della grande crisi finanziaria internazionale sono diventati tangibili anche nel nostro Paese. Un dato che avrà purtroppo ripercussioni anche sull’economia reale e sulla vita di tutti noi.
E a lievitare sarà soprattutto la disoccupazione che avrà, sempre secondo l’Istat, un netto incremento quest’anno, con il tasso di disoccupazione che registrerà un calo del -9.3%, per poi rimbalzare nel 2021 a un +4.1%. Un dato parzialmente confortante, ma che indica che, al momento, sarà molto difficile riassorbire la quota di nuovi disoccupati creati dalle dinamiche innescate dal Covid-19. È aumentato intanto vertiginosamente il numero degli inattivi, ovvero di quelle persone che non cercano più lavoro, un incremento fortemente legato alla fascia di età: in particolare tra i 35-49 (+10,4%, 278mila unità) e 25-34 anni (+8,8%, 172mila unità). Una dinamica che si abbatte anche tra i più giovani, la fascia tra i 15 e i 24 anni ha perso 119 mila unità, il 31,8%, ridando centralità alla disoccupazione giovanile, vera e propria tragedia nazionale.
Del resto anche le previsioni sono abbastanza aleatorie al momento e si basano sulla possibilità che non ci sia una nuova ondata di contagi e che le misure messe in campo dal Governo diano gli effetti sperati. Un calo, quello del PIL innescato prevalentemente dal crollo della domanda interna (-7.2%), dalla forte contrazione della spesa delle famiglie (-8.7%) e da quella degli investimenti (-12.5%).
Il dato incoraggiante è che già nella seconda metà dell’anno dovremmo assistere a segnali di ripresa e che per il 2021 la crescita del PIl dovrebbe far segnare un +4.1%, mentre tutti gli altri indicatori (disoccupazione compresa, come già accennato) dovrebbero far registrare un netto miglioramento. Questo a patto che l’epidemia dia una tregua al nostro Paese. La nottata non sembra essere breve insomma, ma i dati del nostro Istituto Nazionale di Statistica lasciano intuire qualche piccolo segnale di luce. Solo il tempo ci dirà se sono realmente sufficienti a far ripartire il Paese.