La concessione del telefono, Thomas Trabacchi: “Vi facciamo compagnia col genio di Camilleri”

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Lunedì arriva su Rai 1 il nuovo film  del ciclo “C’era una volta a Vigata” tratto dal romanzo omonimo “La concessione del telefono” del maestro Andrea Camilleri. Abbiamo avuto il piacere di intervistare telefonicamente uno degli attori protagonisti Thomas Trabacchi, che nel film interpreta il vice questore Monterchi spedito dal nord per scoprire cosa accade nella fittizia cittadina siciliana.



Per prima cosa Thomas Trabacchi ci ha raccontato di come stia vivendo il periodo di quarantena imposto dal governo: “Questo è un periodo incredibile, assurdo e tragico. Dobbiamo fare delle riflessioni che vanno al di là della costrizione coatta della quarantena. Però una società il cui perno è la produzione si è fermato tutto per un microorganismo. Rileggevo dei libri di Noam Chomsky relativi alla politica estera degli Stati Uniti in Centro America con Carter e Regan. In quel momento si parlava di spese militari, oggi nel 2020 dobbiamo sostenere la ricerca scientifica. Oggi invece di produrre missili dobbiamo produrre vaccini. All’inizio, probabilmente anche io sbagliando, in tanti avevamo preso la cosa come una semplice influenza ma ora siamo settati sulla stessa lunghezza d’onda”.

L’attore però si concentra da umanista anche su alcuni aspetti positivi che l’emergenza coronavirus sta portando per gli italiani: “Abbiamo i delfini in laguna a Venezia, dobbiamo utilizzare il tempo per stare con le persone care e c’è proprio su questo un nell’articolo di Fazio. Volevamo chiudere le frontiere e poi le hanno chiuse a noi, ora anche Spagna, Francia e Germania stanno come noi. Questa situazione ha creato tanta solidarietà. Brunetta diceva che col cinema non ci mangiava nessuno, ma è il settore che da più lavoro alle donne e ai giovani. Ora ci stiamo rendendo conto che stando a casa raccontare delle storie è importane. Il cinema  ha  un valore sociale. Prima era scontato il poter andare a teatro, ora stiamo ridando valore alle piccole cose perché non è più scontato neppure il potersi toccare. Possiamo fare compagnia e per due ore far pensare le persone a qualcos’altro e speriamo di farlo con La Concessione del telefono”.



La Concessione del telefono, un racconto divertente e folle

La concessione del telefono thomas Trabacchi

Un grande dispiacere è stato il mancato passaggio al cinema de La Concessione del telefono, ma è davvero orgoglioso del lavoro fatto per interpretare il vice questore Monterchi: “Lui è l’unico che viene dal nord, questo mi ha permesso di recuperare la mia storia personale di milanese. Lui comprende come la follia unita a una buona dose di ignoranza e disinformazione possa entrare nella stanza dei bottoni gestendo la vita delle persone. In questo caso il protagonista Genuardi può essere discutibile, ma è lungimirante perché capisce chi è il progresso tecnologico può essere utile e vuole una linea personale. Lui non rappresenta un pericolo per la pubblicità e Monterchi lo comprende perché è un funzionario dello Stato che ti fanno credere nello Stato. Se tutti ragionassero come lui non ci sarebbe il giustizialismo. Lui si spende per calmare la follia che acquisisce una certa ironia con la penna di Camilleri, lui mi ricorda i Fratelli Coen che con un altro tipo di cinema mettono sempre del divertimento. Quando la follia va al potere accadono delle cose per cui degli imbecilli decidono della vita delle persone”.

Thomas Trabacchi racconta: “Io un grillino deluso”

Thomas Trabacchi loda poi la capacità di rendere le storie sempre attuali per Andrea Camilleri e spiega come anche a Vigata come nell’Italia di oggi un problema importante sia la macchinosità della burocrazia ben evidenziato da La concessione del telefono: “Come accade in una scena di Marascianno lo scarico di responsabilità vede anche la politica italiana come  campione del mondo, sono molto deluso dal Movimento 5 Stelle che aveva promesso di sorpassare la burocrazia. Io ci avevo creduto all’inzioo e sono rimasto perplesso. Purtroppo nella politica c’è un appiattimento culturale perché non sono in grado di prendersi le responsabilità di agire per paura che ciò gli si ripercorra contro in campagna elettorale. Non voglio dire che il Movimento 5 Stelle sia come Marascianno perché è un pazzo scatenato. I 5 stelle non sono folli al potere e quella Sicilia era molto diversa dall’Italia, ma sono persone che mi hanno molto deluso”.



Lo streaming ha alzato la qualità anche in Italia

Per quanto riguarda i servizi di streaming che stanno tenendo compagnia agli italiani e per cui ha lavorato in Baby 2 l’attore spiega: “È un lavoro sicuramente più complesso quello per Netflix, anche perché già dal provino va fatto in lingua inglese con laureati di Harvard che vivono in Olanda, per me è stato pazzesco.  Credo che sia comunque una cosa molto positiva perché ha migliorato la qualità, le fiction italiane sono migliorate tanto proprio per il paragone con tante altre produzioni estere. Poi ci sono anche Amazon e la stessa Rai Play che sta facendo dei prodotti in esclusiva e delle biblioteche di qualità. Possiamo vedere le serie tutte in una volta e ora abbiamo tutto il tempo per guardarle alla fine, è molto positiva”.

L’appuntamento con La concessione del telefono è per il prossimo 23 marzo su Rai 1 in prima serata.