Jovanotti si ribella: «Basta cialtronerie sul mio tour, il mondo dell’attivismo è pieno di veleno»

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Attaccato più volte da alcuni ambientalisti, ora il cantante risponde per le rime

Ad essere inquinato, oltre al pianeta, è l’ambiente dell’attivismo ambientale. Sembra un gioco di parole, ma è l’accusa mossa dal cantante Jovanotti ormai esasperato dagli attacchi, spesso proveniente proprio dal mondo dell‘attivismo ambientalista, contro il suo tour nelle spiagge. E lo definisce «più inquinato di Nuova Delhi!»



Jovanotti si ribella: «Basta cialtronerie sul mio tour, il mondo dell’attivismo è pieno di veleno»

Jovanotti, all’anagrafe Lorenzo Cherubini, ha deciso di rispondere davvero per le rime, e attacca gli ambientalisti con le parole che più temono: inquinamento, veleno, fake news. Alla fine dell’estate e del grandissimo tour che lo ha portato nelle spiagge italiane, Jovanotti dice la sua, attraverso un lungo post su Facebook,  sul «mondo dell’ambientalismo» che definisce come «più inquinato della scarico della fogna di Nuova Delhi». Un attacco non da poco quello del cantante che descrive di essere rimasto molto sorpreso poiché «non mi sarei mai aspettato, nonostante non sia un ingenuo rispetto a questo genere di cose, che il mondo dell’associazionismo ambientalista fosse così pieno di veleni, divisioni, inimicizie, improvvisazione, cialtroneria, sgambetti tra associazioni, protagonismo, narcisista, tentativi di mettersi in evidenza gettando discredito su tutto e su tutti, diffondendo notizie false, approfittando della poca abitudine al ‘fact checking’ di molte testate». Jovanotti nel sui lungo post spiega i tanti attacchi che ha dovuto subire, sopportare e a volte controbattere: tutto è sempre ruotato intorno al Jova Beach Tour che però, ancor prima di nascere come progetto concreto, ha avuto la benedizione del WWF, organizzazione che Jova e lo staff hanno sentito «per poterli incontrare per raccontare l’idea e chiedere a loro un parere, e sono stato io personalmente a metterla come condizione di partenza».

Il WWf, descritto da Lorenzo come «una grande organizzazione storica che non cerca visibilità ad ogni costo ma opera sul campo, la visibilità serve a promuovere attività di difesa e cura dell’ambiente, ha competenze specifiche, è radicata nei territori, ha un vero comitato scientifico e una rete vera e diffusa di operatori ed osservatori». «Pensavo e penso ancora che la collaborazione con il WWF sia garanzia di rispetto delle aree» scrive ancora, raccontando di essersi poi trovato immerso in un «un delirio nei social, una miriade di cazzate sparate a vanvera da chiunque, una corsa al like facile da parte di sigle e siglette che hanno approfittato ogni giorno della visibilità offerta da un nome popolare e da un grande evento per cavalcare l’onda, mettersi in mostra, inventare palle, produrre prove false che nessuno mai verificherà perché la rete è così».



Non ha paura di fare di nomi e si rivolge direttamente a «“Lega ambiente” e “Ente Nazionale Protezione Animali”» che «recentemente sono cascate in una trappola tesa loro dai mitomani che se non fossero pericolosi farebbero anche ridere (sono emerse storie che superano sceneggiature di commedie grottesche)». Ecco allora che Jovanotti avrebbe «abbattutto alberi, strerminato colonie di uccelli, spianato dune incontaminate, costruito eliporti (eliporti!!!!!), disorientato fenicotteri, prosciugato stagni, gettato napalm sulle piantagioni di canna da zucchero del sud-est asiatico, trivellato il mare, assoldato mercenari, mostrato ascelle a gente che non gradisce certe sconcerie (soprattutto non gradisce la ascelle), sudato troppo, goduto troppo, ballato troppo, cantato troppo, disturbando sia Don Camillo che Peppone». Ma il cantante spiega che con il WWF c’è stata una collaborazione costante per essere sicuri che ogni data del tour fosse sicura sia per gli spettatori che per l’habitat, tanto che, come nel caso di Ladispoli dove «C’era una criticità (non accertata pienamente, diciamo un rischio di criticità)», il concerto è stato spostato per non correre alcun rischio.

Dopo aver elencato diversi dettagli rispetto alle false notizie mosse contro di lui, come quelle di alcune specie di fiori che in realtà crescono nel sud del pacifico, e aver spiegato ancora una volta tutte le operazioni messe in campo per proteggere l’ambiente e fare in mondo che la grande festa fosse anche un modo divertente per promuovere responsabilità ed ecologismo, Jovanotti chiude la sua arringa con un augurio al futuro. «L’ecologia è una scienza, se si trasforma in terreno di scontro di tifoserie è un danno per tutti, non si tratta di giocare a discutere se la terra è piatta o se l’aglio scaccia i vampiri ma di scienza, comportamenti, tecnologia, obiettivi a breve e lungo termine, politiche locali, nazionali e internazionali, studio, ricerca, ispirazione, competenza, risorse, investimenti, impegno, analisi seria dello stato delle cose, senza panico e con voglia di collaborare». 



(Credits immagine di copertina: © Luigi Rizzo/Pacific Press via ZUMA Wire)