Islanda, proteste per la rinuncia all’ingresso nell’Unione Europea

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In 7000 hanno protestato nella capitale Reykjavik contro il governo colpevole di aver esautorato il Parlamento rinunciando all'adesione all'Ue sei anni dopo l'apertura dei negoziati

L’Islanda manifesta per l’adesione all’Unione Europea. Settemila persone sono scese in piazza nella capitale Reykjavik per protestare contro la decisione del governo di ritirarsi dai colloqui con l’Ue per discutere di un’eventuale adesione. Ricordiamo che il Paese ha 325.000 residenti ed il numero dei partecipanti al corteo è pari al 7 per cento della popolazione della capitale. Giovedì Reykjavik ha comunicato alla Lettonia, paese presidente di turno dell’Unione, che l’Islanda non è più un paese candidato all’adesione all’Ue.



(Photocredit http://ruv.is)

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LA PIÙ GRANDE MANIFESTAZIONE DAL 2008 –

Si tratta della manifestazione più grande mai avvenuta sull’isola dal 2008, anno in cui il Paese sfiorò la bancarotta a causa del crollo delle sue banche. Secondo l’opposizione l’esecutivo ha preso la decisione senza consultazioni sufficienti. L’Islanda aveva avviato i colloqui nel 2009 ma il sostengo popolare era calato dopo la salita al potere due anni fa dell’attuale governo, più euroscettico, a causa di un miglioramento dell’economia. L’opposizione ha risposto con una lettera inviata alle istituzioni europee in cui si dice che è il Parlamento il solo a poter decidere di un’eventuale ritiro dell’adesione visto che è stato il Parlamento nel 2009 a dare mandato al governo di chiedere l’ingresso dell’Ue. (Photocredit copertina Pacific/lapresse, photocredit – Ruv.is)