Cristina Marino è l’attrice e moglie di Luca Argentero che – nelle ultime 24 ore – è stata al centro di numerose critiche e altrettanti commenti carichi di odio per via delle parole espresse in occasione dell’ultima intervista rilasciata al Corriere della Sera.
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Quanto dichiarato da Cristina Marino è stato oggetto di polemica per diversi aspetti: le è stato criticato l’aver definito il marito Luca Argentero mammo per il suo trascorrere molto tempo a casa con la figlia quando lei è assente, appellativo giudicato dai più come anacronistico o addirittura come offensivo nei confronti di quel saperci essere per i propri figli che ogni genitori dovrebbe avere, a prescindere che sia un papà o una mamma. Poi, le è stato criticato l’aver definito maleducate e invadenti le fan del marito che, in preda all’euforia del momento, molto volte non si curano della sua presenza e si abbandonano a frasi come Oddio ti amo, Oddio che bello, «non sono frasi giustificabili solo perché è famoso – ha detto alla giornalista Federica Bandirali – ci sono tanti modi per manifestare il proprio essere fan, ben venga quello educato». E infine, in quell’estratto che si è trasformato in un post per la pagina Facebook del Corriere, è stata colpita da un’ondata di odio per la frase rivolta alla figlia.
Come altre coppie del mondo dello spettacolo, Luca Argentero e Cristina Marino hanno deciso di preservare l’immagine della loro bambina Nina Speranza finché non sarà lei a scegliere e chiedere di essere mostrata sui social. Ciò che però ha fatto sbucare gli haters fuori dall’angolo della loro frustrazione è stata la frase «Nina è la bambina più bella che abbia mai visto, e mi spiace non farla vedere al mondo social. Ma la gente non sa dosare le parole e non ho voglia che diventi argomento da bar». Come volevasi dimostrare, come se Cristina Marino avesse prova tangibile di ciò che accade quando ci si espone, ecco che i commenti spaziano da accuse riguardanti la sua ricerca di visibilità ad altre riguardanti la sua modestia. Tralasciando la frase in sé – perché si sa ogni scarrafone è bell’ ‘a mamma soja – chi tutela l’immagine e la sensibilità di queste persone quando le loro dichiarazioni diventano contenuto di pagine e profili terzi? In questo caso, per esempio, non dovrebbe essere cura del Corriere moderare i commenti sotto al post in questione?