Luca Parnasi ha vuotato il sacco. Nel corso dell’interrogatorio fiume, il costruttore coinvolto nel progetto dello Stadio della Roma – ex amministratore unico dell’Eurnova – ha confermato tutte le accuse nei suoi confronti, caricando le sue parole di un significato politico: «Ho pagato tutti i partiti» – avrebbe detto Parnasi, suffragando di fatto l’ipotesi della procura di Roma che ne aveva smascherato il sistema.
L’interrogatorio di Parnasi è avvenuto nel carcere di Rebibbia, dove è stato trasferito di recente. Pertanto, in base a quanto si apprende, il costruttore avrebbe ammesso di aver versato soldi, donazioni, finanziamenti per ottenere un tornaconto personale da politici che militavano all’interno di tutti i partiti politici.
«Io pago tutti» – del resto – era stata anche la frase che aveva provocato scalpore e che si può ascoltare in una delle tante intercettazioni contenute nel provvedimento restrittivo del gip Maria Paola Tomaselli. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, infine, a Luca Parnasi sarebbero stati chiesti anche dei chiarimenti sui suoi legami con il plenipotenziario del Movimento 5 Stelle al comune di Roma Luca Lanzalone, soprattutto in merito al suo ruolo per l’abbattimento delle cubature nel progetto della struttura di Tor di Valle.
L’interrogatorio di Parnasi, quindi, confermerebbe nei fatti tutte le accuse fatte dalla procura al costruttore e, di conseguenza, quelle a un nuovo sistema di attrazione verso i partiti, dal Movimento 5 Stelle – che è al governo di Roma e che ha avuto un ruolo chiave nella costruzione dello Stadio della Roma -, passando per la Lega (un’associazione che sosteneva il Carroccio avrebbe ottenuto delle donazioni da Parnasi), fino ad arrivare ai partiti tradizionali (nell’inchiesta è coinvolto anche un esponente del Partito Democratico). Le parole di Parnasi, senz’altro, provocheranno un nuovo terremoto politico.
(FOTO: ANSA/ETTORE FERRARI)