In Lettonia la presidente della federatletica è una «dopata»

Categorie: Attualità

Ineta Radevica è stata trova positiva durante le Olimpiadi di Londra 2012

Non è mai successo che un condannato si sia buttato in politica per rappresentare il proprio Paese. Anzi, no. Allora, non è mai capitato che un condannato per frode sportiva frequenti i salotti del dibattito calcistico per parlare e sentenziare sul mondo del pallone. No, ecco, anche questo esempio non è calzante. Sta di fatto che in Lettonia si è aperto un caso diplomatico attorno all’ex campionessa di salto in lungo Ineta Radevica, ora presidente della Federazione di Atletica del Paese sul Mar Baltico, ma trovata positiva agli esami antidoping alle Olimpiadi di Londra 2012.



Un caso che ha diviso l’opinione pubblica lettone e che ha lasciato sbigottiti gli appassionati di atletica leggera. La donna, che ha abbandonato la pista e la sabbia proprio all’indomani dei Giochi Olimpici londinesi di sei anni fa, è risultata positiva all’oxandrolone – uno steroide sintetico anabolizzante – effettuati al termine della gara di salto in lungo a cinque cerchi, chiusa con il quarto posto finale con la misura di 6.88, a un centimetro dal bronzo conquistato dalla statunitense Janay DeLoach.

Ineta Radevica positiva all’oxandrolone a Londra 2012

In attesa delle controanalisi – che, in caso di conferma di positività sarebbe la terza squalifica per doping in quella finale olimpica dopo quelle della russa Anna Nazarova e della bielorussa Nastassia Siarheyeuna Mironchyk-Ivanova – Ineta Radevica, oggi 37enne, è diventata a furor di popolo la presidente della Federazione di Atletica Leggera lettone. Una carica di primo piano per una donna che, a quelle Olimpiadi di Londra del 2012, era stata fortemente voluta come portabandiera della Lettonia.



 



Dall’oro europeo del 2010 alla portabandiera ai Giochi olimpici

Un pasticcio per il mondo dello sport (in generale) che, però, rischia di avere gravi ripercussioni soprattutto perché – come scrive Ineta Radevica sul suo profilo Instagram – sarà difficile replicare alle accuse a sei anni di distanza da quella gara olimpica. Per ora, nella sua formidabile carriera, restano l’oro nei campionati Europei di Barcellona nel 2010 e l’argento mondiale l’anno seguente a Daegu, in Corea del Sud. Oltre all’accusa di doping che infangherebbe – con tanto di effetto cascata sulla sua vita professionale lontano dalle piste – il suo modo di diffondere lo sport in Lettonia e non solo.

(foto di copertina: foto dal suo profilo Facebook)