In arrivo l’euro anti-falsari

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Nel 2013 le banconote cambieranno aspetto con l'inserimento di Europa, personaggio della mitologia greca, che si spera combatterà a fondo il fenomeno della contraffazione, ormai una realtà nel vecchio continente nonostante gli euro siano stati immaginati a prova di replica

L’Euro cambia aspetto per ingannare i falsari e sperare forse di ripartire attraverso una nuova immagine. E’ questa la decisione presa dalla Banca Centrale Europea, la quale userà per le nuove banconote un’immagine della mitologia greca.



VIVA EUROPA – Quindi nonostante la Grecia rischi di uscire dall’Eurozona, un elemento della sua mitologia troverà un posto forse imperituro sulle banconote dell’Europa del futuro. L’immagine sarà quella di Europa, la principessa fenicia rapita da Zeus la quale ha dato il suo nome al Vecchio Continente. La scelta non è casuale. Decidere di porre sulle banconote un’immagine che simboleggia i fondamenti e la storia del nostro Continente in grado di superare i confini nazionali potrà solamenta rafforzare l’idea dell’unicità dell’Euro per il vecchio continente.



FALSIFICAZIONE PIU’ COMPLESSA – La nuova immagine verrà presentata il prossimo novembre, mentre i primi biglietti da cinque euro verranno emessi nel maggio 2013. Il cambio delle banconote non rappresenta solo la voglia di un nuovo vezzo grafico, bensì è conferma della necessità della Bce di proseguire nella sua politica di miglioramento della sicurezza delle banconote e di prevenzione della contraffazione, in quanto un viso stampato è più difficile da falsificare rispetto a un ponte o a un’immagine architettonica, soggetti oggi presenti sulle banconote.

LE BANCONOTE OGGI – Tra l’altro il mito di Europa è già presente sull’Euro, e più precisamente sulle monete elleniche da due. Sul dorso di queste è raffigurato un toro bianco, ovvero la sembianza assunta da Zeus in occasione del rapimento di Europa, la figlia del re fenicio Agenore e di sua moglie Telefassa, è stata rapita da Zeus che per l’impresa aveva assunto le sembianze di un toro bianco. Oggi le banconote sono di sette tagli diversi: 5, 10, 20, 50, 100, 200 e 500 euro. Oggi queste banconote sono accomunate dalla presenza sul fronte di finestre o passaggi, mentre sul retro sono presenti dei ponti, scelti come simbolo di collegamento tra gli stati. Il tema è dato dall’architettura europea.



TRA BANDE ED OLOGRAMMI – Una banconota originale, fatta al 100 per cento in fibra di cotone, è caratterizzata, per quelle da 5, 10 e 20 euro, da una banda olografica su lato destro della facciata con stampato al suo interno il valore nominale della banconota. Banda che diventa una placchetta nel caso dei tagli superiori. Al centro del retro delle tre banconote più piccole è impressa anche una striscia iridescente, visibile inclinando la banconota sotto una fonte luminosa, che riporta il valore nominale della banconota ripetuto più volte, mentre sulle altre quattro il valore nominale nell’angolo in basso a destra è stampato con un inchiostro cangiante, il cui colore cambia a seconda delle angolazioni in cui viene posta la banconota. Se il colore non cambia, è falsa.

IL TRUCCO DEL NUMERO SERIALE – L’autenticità viene data anche dal numero seriale. Ogni nazione emettitrice ha una cifra di controllo che permette la verifica dell’autenticità attraverso il seguente calcolo: una volta sommate le cifre seriali fino ad ottenerne una sola che corrisponderà alla cifra di controllo.  Un altro metodo di verifica è dato dall’attribuzione ad ogni lettera di un numero d’attribuzione basato sull’alfabeto inglese. Sommando a questo le cifre seriali fino a farne rimanere solo una, si otterrà sempre il numero otto.

INCHIOSTRO MAGNETICO – E ancora. Ogni banconota viene stampata con una filigrana che raffigura un particolare dello stile architettonico presente su di essa ed il valore nominale. La filigrana è visibile ponendo la banconota in controluce. Nel disegno poi è integrata anche una filigrana digitale. Se esposti ai raggi infrarossi, le banconote originali mostrano aree più scure in zone differenti a seconda del valore nominale. Se esposte invece ai raggi ultravioletti, la costellazione “EURion” viene messa in risalto con un forte contrasto, così come alcune zone che appaiono fluorescenti.

ELEMENTI IN RILIEVO – Alcuni disegni della banconota utilizzano un inchiostro magnetizzato mentre in tutte le banconote il valore nominale in alto a sinistra sul fronte è parzialmente incompleto. Per visualizzarlo correttamente, basta porre la banconota in controluce; se la banconota è autentica, le due parti combaceranno perfettamente, a differenza di quella falsa, in cui risulteranno non allineate. Per finire, alcune aree delle banconote sono impresse in rilievo per essere riconoscibili al tatto mentre all’interno è presente una sottile banda magnetica scura che l’attraversa in mezzo. Tale banda, chiamata filo di sicurezza, reca al suo interno il valore nominale della banconota affiancato alla dicitura “euro”.

CONTRAFFAZIONE A GO’-GO’ – Un sistema a prova di Fantomas, verrebbe da dire. Invece no. Non è per niente così infallibile. Al di là delle preoccupazioni della Bce, Palermomania ci riporta dati della Banca d’Italia relativi al sequestro di banconote false. Nel nostro Paese, la contraffazione ha prodotto nel periodo 2006-2009 qualcosa come 464.495 banconote contraffatte. Il gradimento dei falsari sembra abbia riguardato in special modo i 50 euro con 43.800 esemplari sequestrati, seguiti dai “verdoni”, ovvero i 100 euro, con 44.100.

DIFFUSIONE AL NORD – Il Dipartimento del Tesoro, nella ventunesima edizione del rapporto statistico sulla falsificazione dell’Euro, ci riporta i dati relativi al 2011, anno nel quale sono state compiute 70.824 segnalazioni di sospetti casi di falsità, con il ritiro dalla circolazione o il sequestro di 83.509 banconote. Il flusso di banconote false ha riguardato maggiormente le regioni del Nord Italia, con il 58,18 per cento dei casi e quelle del centro. Al sud sono stati registrati l’8,67 per cento di casi di falsità mentre 150 segnalazioni sono arrivate dalla Repubblica di San Marino.

 

MILANO AL PRIMO POSTO – Parlando di banconote ritirate, a fronte di 69.411 segnalazioni riguardanti le sole banconote, il maggior numero di ritiri o sequestri ha riguardato il taglio da 20 euro, che rappresenta il 56,24% del totale, mentre Milano è la regina dei ritiri di banconote false, con 7,984 “pezzi”, seguita da Roma, Palermo, Genova, Bergamo, Padova , Treviso, Torino Firenze  e Lucca. A volte, e questo forse non potremo saperlo mai, ci sono capitate banconote con lo stesso numero di serie. Il dipartimento del Tesoro ha difatti confermato che sono state sequestrate 6.508 banconote recanti il seriale “V00247820335” e 6162 con il seriale: “S20175422632”. Come dire, può essere che abbiate fatto la spesa più volte con gli stessi soldi.

COSA FARE SE TROVATE UNA BANCONOTA FALSA? – Poniamo che veniamo in possesso di una banconota falsa. A questo punto cosa si può fare? Semplice. Come spiega Altroconsumo, qualora si venga in possesso di una banconota contraffatta bisogna recarsi in uno filiale della Banca d’Itaia, a un ufficio potale o ad uno sportello di una banca per farla esaminare. Se l’impiegato ritene che sia falsa ha l’obbligo di ritirarla e di trasmetterla al Centro di Analisi Nazionale presso la Banca d’Italia, la quale nel 2011 ha periziato, definendole false, 145.879 banconote, per un valore nominale complessivo di euro 3.488.175. Al momento del rilascio della banconota l’impiegato farà avere un verbale e la copia lasciata a mò di riceuta. Se la Banca d’Italia stabilisce che è falsa, l’importo verrà restituito.

ECCO COME FACCIO I DIECI EURO – Visti questi dati ci si chiede se è davvero tanto facile falsificare delle banconote. Le Iene qualche anno fa intervistarono un individuo che era finito in carcere per aver falsificato denaro. Il signore in questione ha spiegato davanti alle telecamere come si possono creare banconote rosse del tutto simili alle originali senza troppe difficoltà.

Intanto bisogna ricordare come il tatto sia tutto. Per evitare che un negoziante passi anche una banconota da dieci euro sotto la “macchinetta della verità”, questo dev’essere sicuro al tatto che la banconota dev’essere sicura e deve avere le caratteristiche principali di ogni banconota. Deve avere spessore, un certo colore ed un rilievo. Altrimenti il lettore individua subito che lo spessore non è dato dall’inchiostro magnetico sulla banconota, non riproducibile dai falsari in quanto ignari di quella che sia la sua trama.

I MATERIALI – Per creare una banconota da dieci euro basta un telaio da serigrafia per riprodurre la filigrana, dei lucidi, realizzabili in un’officina fotografica, dei nastri argentati, una matrice usata per dare lo spessore della banconota con su i motivi del “pezzo da dieci”. Matrice ordinata negli Stati Uniti via Internet altrimenti sarebbe stato facilmente individuabile. e per finire il pezzo forte, ovvero la carta. Lucida da un lato, leggermente opaca dall’altro, consistenza 80 grammi, un pc ed uno scanner. Una volta scansionata la banconota questa viene ritoccata.

L’IMPORTANZA DI UNA PRESSA A CALDO – Forse non tutti sanno che i programmi ufficiali come Photoshop sono studiati affinché non replichino certi dettagli delle banconote. Eppure in Internet esistono altri programmi, conosciuti dai falsari, grazie ai quali possono essere replicate tutte le caratteristiche in questione. Una volta stampata la banconota, grazie al lucido ed al telaio per serigrafia, con un po’ d’inchiostro ed una spugnetta è possibile riprodurre la filigrana, il castelletto e la striscia dorata posta sul retro della banconota, nel frattempo stampata con centratura garantita da un altro programma. Poi tocca alla filigrana, ma in questo caso basta una pressa a caldo che stampa sulla banconota falsa la striscia la quale verrà pressata a sua volta da un altro calco rappresentante l’ologramma dei dieci euro.

NESSUN CONTROLLO – Infine grazie alla pressa a caldo ed alla matrice ordinata negli Usa si può dare lo spessore alla banconota. Risultato? Un falso d’autore facilmente smerciabile nel mercato ma che è costato all’autore di questo accrocchio molti anni di galera. I margini di guadagno? Arrivavano sui grandi numeri, visto che la percentuale di vendita delle banconote era del 15 per cento. Ovvero, 100 euro ne costavano 15. E’ bastato molto poco per il falsario in questione superare qualsiasi arzigogolo della Banca Centrale Europea, anche perché poi il servizio si è chiuso con questi dieci euro incassati dal barista di turno che ha candidamente ammesso che per tagli tanto piccoli non si mette a fare controlli.

FALSARI OVUNQUE – La cronaca degli ultimi giorni poi è piena di casi di persone che hanno spacciato banconote false approfittando della benevolenza della gente. L’Ansa ci parla di un arresto avvenuto a Milano lo scorso 24 agosto di un egiziano trentenne il quale chiedeva di cambiare dei soldi che si rivelavano falsi riuscendo ad incassare così 1000 euro al giorno. A Ostia sono state arrestate due persone in possesso di 9000 euro contraffatti in banconote da 50 euro ciascuna giustificandosi dicendo che in questa maniera avrebbero saldato i loro debiti.

QUEL BAMBINO SULLA BANCONOTA DA 500 – In Trentino i carabinieri di Rovereto hanno fatto il giro dei negozi del centro per avvertire i commercianti della presenza in circolazione di carta straccia, con i commercianti che hanno iniziato a controllare metodicamente ogni banconota lasciata da clienti sconosciuti. Ora la Bc e ha deciso di correre ai ripari con Europa, nella speranza di poter contrastare il fenomeno usando una fisionomia umana, ben più difficile da replicare rispetto ad un ponte o una cartina. E dire che l’idea di mettere dei volti venne all’italiano Giovanni Pino il quale, su indicazione di Guido Crapanzano, l’esperto segnalato dalla Banca d’Italia per proporre l’idea tricolore sull’aspetto dell’Euro, propose alla commissione una serie di effigi di statue ed opere d’arte. Peccato che l’idea venne bocciata perché sulle 500 euro venne raffigurato il figlio del disegnatore, riconoscibile e per qualcuno della commissione neanche troppo europeo. Chissà se i falsari avrebbero avuto una vita meno facile di quella che ha garantito loro il progetto dell’austriaco Kalina.