L’hanno già definita l’impresa del secolo. Quella di Chris Froome al Giro d’Italia 2018 può essere davvero considerata come una delle azioni più belle della storia del ciclismo e dello sport in generale. Il britannico del team Sky, infatti, si è lanciato alla conquista del successo e della maglia rosa nella durissima tappa di oggi da Venaria a Bardonecchia, con il Sestriere, con il terribile sterrato del Colle delle Finestre e con lo Jaffereau. Nel giorno del ritiro di Fabio Aru e della crisi a sorpresa di Simon Yates, Froome è stato più forte di tutti, anche degli imprevisti.
Niente da fare neanche per Domenico Pozzovivo: il corridore lucano che questa mattina era terzo in classifica è stato respinto dal Colle delle Finestre ed è arrivato al traguardo con quasi otto minuti di ritardo dal britannico della Sky. Resistono Tom Dumoulin e Thibaut Pinot che, tuttavia, prendono oltre tre minuti da Froome. Quest’ultimo pone una seria ipoteca per la vittoria finale del Giro d’Italia numero 101.
Come quando, a circa 45 chilometri dal traguardo, ha dovuto schivare in galleria una moto della staffetta delle forze dell’ordine caduta proprio a qualche metro di distanza. Un’emergenza che ha rischiato di compromettere la cavalcata solitaria del corridore britannico del Team Sky, ma che è stata affrontata con polso e sangue freddo.
Chris Froome, nella luce soffusa del tunnel, ha portato la sua bicicletta tutta a sinistra. Ha rallentato quel tanto che è bastato per verificare lo stato di salute dell’uomo a terra e poi ha proseguito imperterrito la sua cavalcata.
Niente, comunque, rispetto a quando – nel corso del Tour de France 2016 – ha dovuto proseguire per un tratto a piedi – con la maglia gialla sulle spalle – a causa di un rallentamento improvviso e a un imbottigliamento della strada sul Mont Ventoux, tra due ali di folla e le moto della staffetta che facevano da tappo. Chris Froome è un campione anche perché, nel suo repertorio, ci sono questi colpi.