Il Giornale definisce ‘sceneggiata napoletana’ l’attacco di De Luca al governo

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"Sceneggiata napoletana". E' questo il titolo che 'il Giornale' sceglie per definire l'attacco di Vincenzo De Luca al governo

«Sceneggiata napoletana». È questo il titolo che si può leggere sulle pagine de ‘il Giornale‘, in merito all’attacco che il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha rivolto ieri al governo, durante il suo consueto appuntamento su Facebook del venerdì per dare aggiornamenti in merito all’emergenza da Covid-19 in Campania.



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Il quotidiano fondato a Milano nel 1974 da Indro Montanelli si scaglia a sua volta contro Vincenzo De Luca, reo di aver perso la testa – definita appunto ‘sceneggiata napoletana’ – dopo la decisione (a suo dire tardiva) di cambiare il colore della Campania, facendola passare da zona gialla a zona rossa.



De Luca infatti, dopo la firma della nuova ordinanza da parte del ministro della salute Roberto Speranza, ha criticato duramente l’operato del governo: «Fatti salvi tre o quattro ministri,
questo non è un governo. Non voglio dire cosa è ma per quello che mi riguarda sarebbe cento volte meglio, anzichè avere dilettanti allo sbaraglio, avere un governo di unità nazionale, di persone competenti e perbene, un governo del presidente che non produca il caos che è stato prodotto in Italia per opportunismo e scelte sbagliate. In queste condizioni è meglio che il governo vada a casa», ha detto De Luca. Il presidente della Regione Campania ha poi attaccato Luigi Di Maio: «Alla lista degli sciacalli si è aggiunto ieri un nome illustre, di un eminente esponente politico campano, tale Luigi Di Maio. Ho detto a qualche esponente del Pd che se bisogna stare al Governo con questi personaggi, per quello che mi riguarda, sarebbe meglio mandare a casa il Governo. Di Maio era fra quelli che facevano la campagna elettorale, un mese e mezzo fa contestando alla Regione il delitto di aver realizzato le terapie intensive, gli ospedali modulari, sprecando il denaro pubblico. Avrebbe dovuto impegnarsi per far arrivare il personale che manca, mentre era uno che voleva tenere il commissariamento della Campania. Provate a immaginare in queste condizioni se avessimo avuto il commissario: avremmo fatto la fine peggio che la Calabria, dove stanno facendo cose da pazzi i commissari di governo. Mi fermo qui, perché il solo nome di questo soggetto mi procura reazioni di istinto che vorrei controllare, almeno per le prossime ore».