Le idee di Obama per combattere la disinformazione

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Barack Obama ha idee precise su come contrastare la disinformazione e lo sta dimostrando nell'ultimo periodo

Barack Obama ha una serie di idee precise su come combattere la disinformazione. Il tema è diventato importantissimo con il tipo di presidenza che si è lasciato alle spalle Donald Trump, con una penetrazione tale della cattiva informazione da arrivare ai media main stream e con la questione Twitter. Lo scenario cui ci troviamo di fronte, in Usa e nel resto del mondo, è quello in cui il mondo dell’informazione perde sempre più di qualità mentre le piattaforme tecnologiche stanno iniziando a prendersi carico delle loro responsabilità quando si tratta di disinformazione. I cittadini, dal loro lato, sono sempre più polarizzati da una fruizione dell’informazione le cui regole sono decise in maniera neanche troppo trasparente dagli algoritmi. In tutto questo, i piani di Obama contro disinformazione appaiono migliori di quelli di molti altri.



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Obama contro disinformazione: le idee dell’ex presidente Usa

Questa riflessione trova spazio tra le pagine di The Verge, che prende in considerazione le parole dell’ex presidente in un paio di occasioni nelle ultime settimane. Durante la conferenza organizzata da The Atlantic a Chicago Obama ha affermato: «È molto difficile per noi uscire dalla realtà che è costruita per noi e questo è parte del motivo per cui la posta in gioco di questo problema è così importante, perché è difficile per me vedere come possiamo vincere il concorso di idee se di fatto non siamo in grado di concordare su una base di fatti che permettono al mercato delle idee di funzionare». Cosa vuol dire? Che risulta sorprendente quanto le istituzioni americane siano vulnerabili a coloro che provano a diffondere fake news.



A Palo Alto, inoltre, Obama ha parlato per un’ora in una conferenza intitolata “Sfide alla democrazia nel regno digitale” dimostrando padronanza rispetto a quelli che sono gli effettivi problemi online dei quali la democrazia deve occuparsi: «Potrei non essere mai stato eletto presidente se non fosse stato per siti web come MySpace, Meetup e Facebook che hanno permesso a un esercito di giovani volontari di organizzarsi, raccogliere fondi e diffondere il nostro messaggio – ha consapevolmente affermato – E da allora siamo stati tutti testimoni del modo in cui gli attivisti usano le piattaforme sociali per registrare il dissenso, far luce sulle ingiustizie e mobilitare le persone su questioni come il cambiamento climatico e la giustizia razziale».

«Il nostro nuovo ecosistema dell’informazione sta mettendo il turbo ad alcuni dei peggiori impulsi dell’umanità», ha sottolineato, riconoscendo però che tutte le divisioni sociali, le polarizzazioni che vediamo oggi online, sono precedenti alle piattaforme e che gli sforzi per regolamentare la questione si scontrano spesso con il Primo Emendamento. Parlando del vaccino e della disinformazione in merito non ha esitato a dire che la gente, di questo, muore.



I suggerimenti di Obama sono degni di nota: le piattaforme devono chiarire come funzionano i loro algoritmi, chi ne trae beneficio e chi no; dovrebbero esserci degli interruttori che rallentino la diffusione dei post virali così da dare tempo ai fact-checkers di verificare la veridicità; gli studiosi dovrebbero avere accesso ai sistemi e ai dati per fare ricerca in maniera più significativa; le piattaforme tech andrebbero regolamentare andando al di là della Sezione 230 – quella che esenta le big tech dalle responsabilità su ciò che viene diffuso tramite esse -. I dipendenti stesse delle piattaforme sono stati apertamente invitati a sostenere il cambiamento.