Il 26 febbraio Bertolaso diceva che «il virus perderà la sua forza in poche settimane»

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Ora, è stato chiamato a gestire l'emergenza dalla Regione Lombardia

La premessa necessaria è che nell’ultima settimana di febbraio sono stati in tanti a cadere nella trappola del coronavirus da trattare come ‘una normale influenza’ e a sottolineare come la malattia perderà forza ‘con l’arrivo dell’estate’. A questa logica non sono sfuggite personalità politiche che, in quel preciso momento, avevano individuato come priorità la crescita economica del Paese e non la messa in sicurezza contro un virus sconosciuto che, in quanto tale, poteva avere esiti imprevedibili. A questa stessa logica non si è sottratto Guido Bertolaso. L’ex capo della Protezione Civile – che in tanti volevano super-commissario a livello nazionale – adesso darà una mano alla sola regione Lombardia per gestire in maniera straordinaria l’emergenza.



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Guido Bertolaso commissario in Lombardia

Una decisione, quella della regione, che suona come una sorta di sconfessione della linea del governo che aveva chiamato Domenico Arcuri di Invitalia a ricoprire il ruolo di supercommissario. La Lombardia si trova a gestire una situazione emergenziale, con l’esaurimento dei posti in terapia intensiva e con la necessità di adattare i padiglioni della Fiera di Milano a strutture dove trattare i pazienti con ventilatori meccanici. Sarà proprio Bertolaso a dare una mano al governo locale per rispondere a questa esigenza.



Cosa diceva Guido Bertolaso del coronavirus

Tuttavia, il 26 febbraio Guido Bertolaso è stato intervistato da Affari Italiani. In quella circostanza aveva rimproverato la schizofrenia nella comunicazione del governo del Paese e aveva anche sottolineato la necessità di una ripartenza economica per l’Italia. Bertolaso non aveva negato la gravità del fenomeno coronavirus, ma aveva utilizzato alcuni luoghi comuni destinati a essere smentiti, da lì a pochi giorni, dagli esperti del settore.

«Contaminerà tutta Italia è inevitabile ma sarà nel maggior parte dei casi poco più di un influenza e cosi dovrebbe essere vissuta e gestita» – aveva risposto a una domanda sulla diffusione del virus al sud. E poi aveva anche precisato: «Presto tutto tornerà sotto controllo, il virus perderà la sua forza in poche settimane, arriverà il caldo e la situazione si normalizzerà, ma i  danni saranno stati gravi sulla nostra credibilità a forza d’animo».



Certo, l’auspicio è che il coronavirus possa prima o poi perdere forza. Ma dal 26 febbraio sono già passati 18 giorni e l’emergenza sembra essere ancora lontana dalla sua fine. Insomma, sarebbe stato opportuno quantificare queste ‘poche settimane’ in quel contesto. Ma di certo, affrontare il virus come una ‘normale influenza’, con il senno di poi, non è stata la scelta più corretta. Tanto più che adesso, al contrario di quello che si fa con la normale influenza, l’ex capo della Protezione Civile sarà chiamato a gestire una emergenza sanitaria in una regione che chiede misure straordinarie proprio a livello ospedaliero.