L’ennesimo serial americano incentrato sulle vicende di un gruppo di ricchi giovincelli viziati non sembra avere le caratteristiche necessarie per sfondare: idee obsolete, personaggi già visti, perfino la voce fuori campo è noiosa.
I PERSONAGGI – La storia è di per sé una alzata di ingegno che lèvati: Serena van del Woodsen (già con un nome simile, povera cara…) è la protagonista. Invidiata reginetta mondana della scuola, è sparita per qualche mese, ritiratasi senza alcuna ragione apparente in esilio in un collegio lontano; tutti ignorano i motivi di questa improvvisa sparizione, e di certo non si strappa i capelli la sua migliore amica, Blair Waldorf, che ne ha approfittato per divenire lei il punto di riferimento chic dell’Upper East Side. Ma, improvvisamente, Serena torna, per riprendere il posto che le spetta, si presume, in questa società di pupetti annoiati che sbadigliano fra un giro di shopping e un brunch benefico. Blair vede scricchiolare il suo regno, s’impaurisce; oltretutto scopre che, prima di andarsene, la bella Serena si era pure portata a letto il suo fidanzato, Nate (operazione che alla Blair, in tanti anni di casto fidanzamento, non è ancora riuscita, peraltro, dato che ogni volta che ci prova il broccolo Nate ha mal di testa!); decisa a vendicarsi, stringe quindi alleanza con Chuck, pargolo diciassettenne ma già alcolista e sessodipendente di un magnate degli alberghi, il quale, zitto zitto, porta avanti una segretissima relazione con la madre della Serena medesima. La rosa dei personaggi è completata dai fratelli Humprey, Dan e Jenny, figli di un musicista ex famoso e (pure lui!) ex amante della madre di Serena. I due fanciulli si atteggiano a “proletari”, per il semplice motivo che il genitore ha soltanto una galleria d’arte e deve aver messo via ai tempi del successo appena appena quella paccata di dollari necessaria a pagarsi un appartamento/loft a Manhattan e pagare ai due figli la retta di una scuola sciccosissima; quindi, una miseria.
NIENTE DI NUOVO – Sul mondo dei miliardari newyorkesi Gossip Girl non ci dice nulla di nuovo: riassembla soltanto una massa di stereotipi talmente stravisti che ormai porterebbero allo sbadiglio persino un bimbo delle elementari, conditi, peraltro, da una regia sciatta, priva di ritmo, e corredati da dialoghi inutili e completamente idioti. Insomma, un disastro che ti fa contare i minuti che mancano alla fine dell’episodio. Anche perché, quando finisce, Canale 5 ha deciso di mettergli in coda un altro telefilm sempre ambientato a New York, ma con ben altra tecnica e resa: Dirty Sexy Money (che era stato proposto questa estate, e poi precipitosamente ritirato: chissà che sia la volta buona!). Ecco, quello è un capolavoro. Forse metterci prima Gossip Girl è un mezzo per farlo risaltare di più?