Google utilizza l’AI per gestire meglio le ricerche su suicidi, aggressioni sessuali e abusi domestici

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L'azienda aggiornerà il suo modello di intelligenza artificiale «MAMMA» per rendere più sicuro l’utilizzo della Ricerca durante i momenti di crisi personali

Google e l’intelligenza artificiale. Durante una crisi, molte persone si rivolgono ad Internet per trovare una soluzione o, meglio, a Google. Ogni giorno, l’azienda statunitense che offre servizi online viene utilizzata per effettuare ricerche su temi come suicidio, aggressione sessuale e abusi domestici. Ma Google vuole fare di più per indirizzare le persone verso le informazioni di cui davvero hanno bisogno e dichiara come le nuove tecniche di intelligenza artificiale, in grado di superare le difficoltà del linguaggio, stanno portando a buoni risultati. Nelle prossime settimane l’azienda introdurrà alcuni aggiornamenti per il suo modello di intelligenza artificiale «MAMMA».



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Google usa l’intelligenza artificiale per migliorare le ricerche sul web delle persone in crisi

La piattaforma starebbe integrando «MUM» (Multitask Unified Model), il suo ultimo modello di «apprendimento automatico», nella sua barra di Ricerca per «rilevare con maggiore precisione una gamma più ampia di ricerche di crisi personali». L’azienda presentava l’anno scorso questo modello e Pandu Nayak, Google Fellow e vicepresidente, dichiarava che: «MUM ha il potenziale per trasformare il modo in cui Google aiuta con attività complesse. MUM utilizza il framework T5 text-to-text  ed è 1.000 volte più potente di  BERT . MUM non solo comprende il linguaggio, ma lo generi. È addestrato in 75 lingue diverse e in molti compiti diversi contemporaneamente,gli di sviluppare una comprensione più completa delle informazioni e della conoscenza del mondo rispetto ai modelli precedenti. E MUM è multimodale, quindi comprende le informazioni attraverso testo e immagini e, in futuro, può espandersi a più modalità come video e audio», aggiungendo che MUM è un sistema multimodale ovvero che è in grado di comprendere «informazioni da diversi formati come pagine Web, immagini e altro, contemporaneamente». 



Secondo Anne Merritt, product manager di Google per la salute la qualità delle informazioni, MUM è un sistema capace di individuare «query» di ricerca riconducibili a situazioni personali difficili che i precedenti mezzi di ricerca non riuscivano a selezionare: «MUM è in grado di aiutarci a capire le quei più lunghe o complesse». Per esempio, se una donna digita: «perché mi ha attaccato quando ho detto che non lo amo», spiega la Merrit a The Verge, è difficile per il sistema di ricerca capire di che cosa si tratti: «può essere ovvio per gli esseri umani che questa domanda riguardi la violenza domestica, ma domande lunghe e in linguaggio naturale come queste sono difficili da capire per i nostri sistemi senza un’IA avanzata». La stessa delinea altri esempi di domande a cui il sistema MAMMA è in grado di reagire, come per esempio: «ii modi più comuni in cui il suicidio viene completato» e i «punti caldi del suicidio di Sydney». In passato, altri sistemi, nel primo caso avrebbero inteso la frase come una ricerca di informazioni, mentre nel secondo le risposte sono state nel senso di fornire informazioni di viaggio, ignorando la parola «suicidio» privilegiando la query più popolare «punti caldi». 

Google ora, grazie a questi nuovi mezzi di AI, quando identifica ricerche simili di crisi personali, è in grado di rispondere attraverso una casella informativa che comunica all’utente: «l’aiuto è disponibile», di solito accompagnando a tale risposta un numero di telefono o un sito Web di un ente di beneficenza per la salute mentale come Samaritans. Ma oltre ad utilizzare MUM – per rispondere alle crisi personali degli utenti -, la piattaforma ha dichiarato di utilizzare anche «BERT» (Bidirectional Encoder Representation from Transformers), un vecchio modello linguistico di intelligenza artificiale indispensabile per selezionare meglio le richieste nella barra di Ricerca di contenuti caldi come la pornografia. Grazie a BERT, Google avrebbe «ridotto risultati scioccanti imprevisti del 30%» anno dopo anno.



In realtà, però, molti esperti di intelligenza artificiale la pensano diversamente da Google: essi temono che l’impiego sempre più frequente da parte della piattaforma di modelli linguistici di apprendimento automatico potrebbe far nascere nuovi problemi per la stessa, cioè potrebbe essere fonte di nuovi pregiudizi e disinformazione nei risultati della barra di ricerca. Si sa, i sistemi di intelligenza artificiale non sono infallibili, ma Google crede fermamente nel suo progetto ed è fiduciosa negli effetti positivi che ne deriveranno, dichiarando inoltre che le modifiche ai suoi prodotti di ricerca stanno utilizzando valutatori umani.