Giuseppe Conte ha detto che il governo su Ilva sarà inflessibile. Dopo l’uscita di ieri di Arcelor Mittal, che ha annunciato il suo disimpegno dall’impresa, il presidente del Consiglio è tornato sul tema, a margine dell’inaugurazione del 157simo anni accademico del Politecnico di Milano.
«Pretendiamo chiarezza e il rispetto degli impegni contrattuali – ha detto il premier -. Si viene in Italia, si vince una gara e si rispettano i termini contrattuali indicati nel bando. Saremo inflessibili. Non si può pensare di cambiare una strategia imprenditoriale adducendo a giustificazione lo scudo penale che peraltro non è previsto contrattualmente».
La questione dello scudo penale sul bando per l’assegnazione della gestione dell’ex Ilva di Taranto è quella più dibattuta al momento: si concentra, infatti, proprio su questo discrimine il dibattito tra Arcelor Mittal e governo. L’azienda non ha accettato il ritiro di questa garanzia che, fino al mese di agosto-settembre, garantiva una sorta di immunità per i vertici aziendali e per i gestori degli stabilimenti dell’ex Ilva.
Secondo Arcelor Mittal quest’ultima era una garanzia per l’esercizio dell’attività e per il salvataggio delle acciaierie. Non la pensa così il governo, che ritiene che non sia scritto da nessuna parte che il gestore possa beneficiare a tutti i costi di questa agevolazione. Pertanto, Giuseppe Conte ha ribadito la posizione di inflessibilità da parte dell’esecutivo.
Intanto, a quanto pare, una parte della maggioranza – e nella fattispecie Matteo Renzi – ha sottolineato la possibilità che un’altra cordata di imprenditori, il gruppo indiano JSW che arrivò secondo al momento del salvataggio dell’Ilva, possa salvare l’Ilva e preservare i quasi 20mila lavoratori tra dipendenti e indotto.
«A noi preme non solo che sia assicurata la continuità a questi investimenti produttivi ma sia rispettato il livello occupazionale» – ha chiuso Conte.
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