Giovanni Tria potrebbe fare un passo indietro, e la Lega mira a Toninelli

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Il ministro dell'economia e delle finanze non ce la fa più e potrebbe abbandonare già a gennaio, accelerando il rimpasto

Il ministro dell’economia e delle finanze Giovanni Tria non ce la fa più. Nonostante la vittoria ottenuta facendo ingoiare al governo giallo-verde una manovra che incontrasse le volontà di Bruxelles, il ministro dell’economia e delle finanze sembra essere stato piegato dai continui attacchi e litigi, oltre che dall’epurazione del capo di gabinetto del Tesoro Roberto Garofoli, e fa sapere che sta meditando un passo indietro già a gennaio. Dal governo fanno sapere che è una scelta volontaria, che non c’è nessuna pressione, e intanto cominciano le scommesse su chi prenderà il suo posto.



Giovanni Tria, l’allontanamento volontario apre la strada alla Lega

Un possibile rimpasto è stato preso in considerazione anche da Giuseppe Conte durante la conferenza stampa di fine anno, a patto che non sia destabilizzante. Teoricamente, dovrebbe avvenire intorno a maggio, ma l’insofferenza di Tria potrebbe accelerare il processo. La Lega non sembra volersi accaparrare la poltrona del dicastero economico, che per definizione deve conciliare con l’Europa. Il carroccio preferirebbe il Ministero delle Infrastrutture, ora guidato da Danilo Toninelli. Il suo è infatti un’altro dei nomi in bilico, per via delle continue gaffe che hanno contribuito a macchiare la reputazione del governo, tanto che la Casaleggio associati avrebbe creato una strategia ad hoc per inabissarlo nel giro di pochi mesi. Sarebbe meglio che la poltrona economica restasse ai 5 Stelle quindi, o almeno così paventano Conte e Di Maio, ma in caso di rimpasto la possibilità che se la aggiudichi la Lega è alta: il nome più quotato è quello di Giancarlo Giorgetti, ma non si esclude che possa intervenire un tecnico d’area.

Non solo Tria, il rimpasto coinvolgerà diversi ministeri

Non solo Tria e Toninelli, anche il ministero di Elisabetta Trenta sembrerebbe essere a rischio. Il ministro della difesa sarebbe ormai  distante dal governo, e i rapporti molto freddi. C’è anche il rischio che Lorenzo Fontana abbandoni il ministero per la famiglia dopo le europee per dedicarsi a tempo pieno a Populisti d’Europa, dove è candidato per guidare i leghisti a Bruxelles. Dubbi anche sul ministro per gli affari europei Paolo Savona e il ministro per gli Esterni Enzo Moavero. Tutte le decisioni però dovrebbero essere prese dopo le elezioni europee, alla fine delle quali la Lega ha promesso che pretenderà ministeri con un maggiore peso economico.



(Credits immagine di copertina:  ANSA/FABIO FRUSTACI)